Dopo l'applicazione della regola dei due mandati da parte del Movimento 5 Stelle, non poteva non mancare la dichiarazione del fondatore Beppe Grillo, come sempre sopra le righe, ma non così tanto rispetto a quanto ci aveva abituato in passato.

Questo ciò che ha scritto:

"Non esiste un vento favorevole per chi non sa dove andare, ma è certo che per chi va controcorrente il vento è sempre sfavorevole.Sapevamo fin dall’inizio di dover combattere contro zombie che avrebbero fatto di tutto per sconfiggerci o, ancor peggio, contagiarci. E così è stato: alcuni di noi sono caduti, molti sono stati contagiati. Ma siamo ancora qui, e alla fine vinceremo, perché abbiamo la forza della nostra precarietà: siamo qui per combattere, non per restare, e questa nostra diversità è spiazzante per gli zombie.Compiangiamo chi di noi è caduto e non ha resistito al contagio. Ma soprattutto ringraziamo chi di noi ha combattuto e combatte ancora. Per alcuni è il tempo di farlo con la forza della precarietà, perché solo così potremo vincere contro gli zombie, di cui Roma è schiava.Onore a chi ha servito con coraggio e altruismo, auguri a chi prosegue il suo cammino!Stringiamoci a coorte! L’Italia ci sta chiamando".

Ovviamente, in base alla tendenza attuale che conforma il giudizio dei media, la decisione è stata accolta negativamente (sarebbe accaduto lo stesso se invece non fosse stata rispettata) con la motivazione che adesso i 5 Stelle sono il partito di Conte (per i media italiani è normale che un partito sia di proprietà anche di chi si limita solo a rappresentarlo), ma senza i "contiani".

Questo è ciò che l'interessato, Giuseppe Conte, ha risposto in una intervista a il Fatto Quotidiano:

Niente deroghe ai due mandati: ha vinto Beppe Grillo, imponendosi anche su di lei.
Non è così. Grillo ha sempre espresso la sua opinione, consapevole che la decisione sulla votazione o meno degli iscritti spettava a me. Abbiamo sempre ragionato assieme anche su eventuali deroghe alla regola per salvaguardare l'esperienza di alcuni portavoce. Di certo si tratta di una regola fondativa: ne capisco la filosofia e comprendo la posizione di Grillo, che è il custode dei princìpi.
Lei oggi ha chiamato i parlamentari al secondo mandato, e stando alle agenzie ha ammesso: "Grillo è stato irremovibile". Giusto?
È una sintesi impropria di quanto ho detto. Pubblicamente avevo aperto alla possibilità di una consultazione in Rete degli iscritti sul tema, ma la politica non può essere un mestiere. Detto questo, con la crisi di governo il quadro è cambiato: non sarebbe stato serio ridiscutere la regola in prossimità del voto. Non ci sarebbero state la serenità e l'obiettività necessarie. E poi la deroga solo per alcuni rischiava di innescare una logica da "fedelissimi di Conte", mentre io voglio solo fedelissimi del M5S. In questi brutti giorni in cui abbiamo ministre che cambiano bandiera per Calenda, noi diamo un segnale rivoluzionario al Paese, di coerenza e di rispetto degli impegni.
Ora questi veterani che faranno? Gli darete consulenze e ruoli nel partito? E potranno candidarsi negli enti locali o in Europa?
Innanzitutto li voglio ringraziare perché hanno raggiunto risultati senza precedenti nelle istituzioni, subendo attacchi di ogni tipo. Hanno confermato la volontà di far politica anche senza avere uno scranno, e troveremo il modo e le forme di avvalerci delle loro competenze e della loro esperienza.
Con Grillo dovrete discutere anche di come scegliere i candidati alle Politiche, ovvero delle Parlamentarie: sarà un altro scontro?
No, rispetteremo lo Statuto, coinvolgendo anche gli iscritti nella formazione delle liste e riservando al leader l'ultima parola. Collegando il voto della Rete alla mia responsabilità politica di presidente, designeremo figure che coniughino responsabilità e passione per portare avanti con efficacia le battaglie.
Che campagna farà? Da barricadero?
Per il sistema mediatico noi 5Stelle siamo diventati il nemico pubblico numero uno. Abbiamo pestato troppi piedi a interessi economici enormi che non hanno bisogno di candidature dirette per pesare nel Paese. La nostra campagna è già pronta e sarà all'insegna dell'agenda sociale che abbiamo anticipato nei 9 punti dati anche a Draghi, per una vera transizione ecologica e non annacquata nel bla bla delle dichiarazioni politiche. Metteremo al centro i giovani, le donne, i ceti medi impoveriti, le partite Iva.
Proverà a essere il Mélenchon italiano?
Non proveremo a recitare parti per compiacere l'elettorato. Saremo semplicemente il M5S con la nostra intransigenza per la legalità e la giustizia sociale.
Dopo lo strappo, voi e il Pd rischiate di farvi male a vicenda favorendo la destra.
Per il M5S vedo la possibilità di fare male a tutti. Ci batteremo contro il campo dei miracoli, quello di Salvini, Meloni e Berlusconi, dove si promette di tutto, e a forza di sparare cifre a caso si garantiscono al Paese meno alberi di quelli che stiamo già piantando con i soldi ottenuti dalla Ue. E possiamo fare male anche al campo largo, dove prefiguro nasi lunghi, visto che è difficile mantenersi credibili se su ogni tema le ricette di Calenda, Letta, Renzi, Speranza e Gelmini risultano del tutto contrastanti tra loro.
Lei però cerca uno spazio a sinistra del Pd, no?
Più che una collocazione a sinistra il nostro sarà un campo giusto, in cui assumere impegni da realizzare con forza e determinazione. Nascono dalla necessità di far sentire cittadini pienamente attivi anche coloro non sono nelle cerchia dei privilegiati, i senza voce.
Lei voleva costruire un'alleanza con Sinistra Italiana e Verdi, che però sembrano virare verso i Dem. Rischiate di restare soli.
Noi non saremo da soli, ma ci apriremo a tutte le componenti sane della società civile, alle tante categorie professionali e produttive, e ai tanti lavoratori che non si sentono rappresentati da questa politica che si nasconde dietro una presunta agenda Draghi. O che si finge insoddisfatta da questa agenda, senza avere idee per intervenire.
Tradotto: correrete senza alleati. Quindi se le chiedo di Luigi de Magistris...
Vale la risposta che le ho appena dato. Vogliamo parlare al Paese più che fare accordi di vertice. C'è bisogno di programmi.
Senza alleati rischiate di non toccare palla nei collegi uninominali. Pensate di candidare esterni? Si parla di Michele Santoro e di altri personaggi della società civile.
Avremo delle illustri personalità, che nei rispettivi campi di attività hanno dimostrato di avere piena consonanza con le battaglie del M5S. Ma prima di pensare di ritenere chiusa la partita nei collegi uninominali, invito tutti a fare attenzione. Già in passato il Movimento si è rivelato una sorpresa, quando si è trattato di passare dai talk show al voto nelle cabine elettorali.
Lei pare freddo rispetto a un ritorno di Alessandro Di Battista.
Ho sempre apprezzato la coerenza e il coraggio di andare controcorrente di Alessandro. Se vuole tornare nel M5S lo ritroverà cambiato. Chiunque voglia contribuire deve prima condividere la Carta dei Valori e le regole statutarie.
Vi siete sentiti?
È da un po' che non ci sentiamo.
Per Calenda, se la destra non vincerà nettamente, dopo le urne 5 Stelle e Dem proveranno a riallearsi. Ha torto?
Per fare cosa, per realizzare l'agenda Draghi, il programma delle istituzioni finanziarie? No grazie, abbiamo già dato. Calenda farebbe bene a preoccuparsi più della probabile prospettiva che lui si troverà ad affrontare: dover conciliare le sue ricette conservatrici con quelle di Speranza.
Con il Pd romperete le alleanze locali? E in Sicilia, non appoggerete la candidata dem?
Nelle amministrazioni già insediate, per noi è prioritario rispettare il voto e il programma presentato in campagna elettorale. Laddove questi percorsi non si sono ancora compiuti vale la coerenza con i cittadini. Non siamo disponibili ad assecondare politiche dei due forni facendo finta che quello accade oggi a Roma non incida domani sui territori.
Hanno dato il via libera al quarto decreto per l'invio delle armi all'Ucraina.
La nostra posizione è chiara rispetto alla condanna della Russia e rispetto alla nostra collocazione euro-atlantica. Ma rimaniamo contrari a questa folle corsa al riarmo e certo non sarà continuando a inviare armi all'infinito che questa guerra finirà.


Se i 5 Stelle si giocheranno bene le loro carte, potrebbero utilizzare gli ex parlamentari come risorsa sul territorio per colmare la storica lacuna di rappresentanza del Movimento a livello locale, con figure meno "estemporanee" di quelle utilizzate finora. È la logica dei partiti... e se utilizzata in senso istituzionale e non per creare dei potentati che gestiscano affari in cambio di voti, non è certo un male.