In occasione dell'udienza generale del mercoledì, che quest'oggi si è tenuta nell'Aula Paolo VI, papa Francesco, richiamandosi alla settimana di preghiera per l'unità dei cristiani, ha ricordato che il tema per il 2020 è quello dell'ospitalità. 

Tema che è stato promosso dalle comunità di Malta e Gozo, in riferimento al passo degli Atti degli Apostoli in cui si narra dell'ospitalità data dagli abitanti di Malta a San Paolo e ai suoi compagni di viaggio, naufragati sull'isola. 

Ricordando per l'appunto quel passo del vangelo, il Papa ha detto che "noi, come cristiani, dobbiamo lavorare insieme per mostrare ai migranti l'amore di Dio rivelato da Gesù Cristo.  Possiamo e dobbiamo testimoniare che non ci sono soltanto l'ostilità e l'indifferenza, ma che ogni persona è preziosa per Dio e amata da Lui. Le divisioni che ancora esistono tra di noi ci impediscono di essere pienamente il segno dell'amore di Dio. 

Lavorare insieme per vivere l'ospitalità ecumenica, in particolare verso coloro la cui vita è più vulnerabile, ci renderà tutti noi cristiani – protestanti, ortodossi, cattolici, tutti i cristiani -  esseri umani migliori, discepoli migliori e un popolo cristiano più unito. Ci avvicinerà ulteriormente all'unità, che è la volontà di Dio per noi".

Mentre colui che dovrebbe essere guida dei cattolici nel mondo indica a chi si definisce cristiano come comportarsi, in Italia e non solo ci sono dei politici che pretendono di definirsi cattolici e cristiani e, con la bava alla bocca agitando rosari e vangeli, si ostinano ad urlare l'esatto contrario di ciò che il Papa insegna loro. 

Difficile pensare che, in simili condizioni, ci possa essere unità tra i cristiani.