L’artista campano Mario De Sisto si propone al pubblico come un pittore versatile la cui sensibilità coloristica è intrinsecamente collegata ad una natura istintiva e profondamente sensibile.

Dalle tele traspare il vociare delle strade e dei vicoli della sua terra, ma anche il senso del religioso, della musica e del numinoso.

L’iconografia del pittore potrebbe, erroneamente, essere associata ad un tipo di arte naif, invece si tratta di un tocco che sconfina con le profondità meditative dell’essere umano. «Homo sum, humani nihil a me alienum puto» disse Publio Terenzio Afro e, allo stesso modo, di fronte all’esistenza si pone De Sisto.

Ci si trova di fronte ad un artista per intenditori che rende la materia, di per sé struggente e disperata, non fine a sé stessa: il modo di dipingere rende la sua visione allucinata di fronte all’incommensurabilità del mondo facendone ancora più profondo l’impatto emotivo.

Il tarlo mentale della creatività si tuffa e scava incessantemente fino a voler raggiungere l’essenza. Sovente la religiosità viene fuori da un pennello che non ha disdegnato di essere creatore al di fuori dell’Accademia.

Presto il Maestro sarà in mostra a Roma presso la Galleria Medina Art in via Angelo Poliziano.