La situazione in Venezuela non cambia, il braccio di ferro tra opposizione e Maduro continua. Stando ai dati del governo, Maduro vince nelle urne il voto del 18 luglio e si aggiudica un terzo mandato presidenziale. L'opposizione dice di avere dati ben diversi, confortata peraltro dall'appoggio di un ampio schieramento di alleati internazionali. Sono dati a cui molti non credono, dentro e fuori dal Paese. Proprio in queste ore Argentina e Uruguay hanno ufficialmente riconosciuto l'oppositore Gonzalez come vincitore e quindi nuovo presidente eletto del Venezuela: si aggiungono gli Stati Uniti e il Perù. Mentre Brasile, Colombia, Messico e altri Paesi della regione mantengono un dubbio prudenziale e chiedono la pubblicazione dei risultati elettorali completi. Insomma riesce sempre difficile mettere d’accordo tutti sul venezuela, che come sembra ormai appurato avrebbe finanziato in passato diversi partiti di sinistra europei, primo tra tutti Podemos di Pablo Iglesias in Spagna, per cercare di esportare il modello chavista in Europa.
Intanto la leader di opposizione Maria Corina Machado denuncia non solo frodi elettorali ma anche intimidazioni violente, come un attacco armato alla sede del suo partito a Caracas e lancia un appello alla "mobilitazione" a sostegno di Gonzalez. Nel frattempo, varie testate internazionali denunciano i tentativi di restringere la copertura giornalistica di quello che avviene nel Paese. Il governo ha espulso Marco Bariletti del Tg1 e il suo cameraman Ivo Bonato, appena atterrati all'aeroporto internazionale Simòn Bolìvar di Maiquetìa nello stato settentrionale di Vargas.
Giunti in Venezuela per la Rai, erano sbarcati da un volo Tap partito da Lisbona e atterrato alle 12:14 ora locale a Caracas. Bariletti e Bonito "sono stati separati dal resto dei passeggeri e, dopo che le autorità del governo venezuelano hanno controllato i loro documenti, sono stati informati dell'espulsione e immediatamente imbarcati su un volo di ritorno", ha informato il sindacato della stampa locale. Immediata la solidarietà espressa dal partito della premier Meloni, che ironia della sorte, proprio in questi giorni viene messa sotto accusa per una presunta volontà di controllare e addirittura reprimere la libertà di stampa” Esprimiamo solidarietà e vicinanza al giornalista italiano della Rai Marco Bariletti e al suo cameraman Ivo Bonito espulsi dal governo del Venezuela, e ci attendiamo la condanna unanime di tutte le forze politiche contro questa vergognosa censura alla stampa ad opera del regime comunista di Caracas.
Nicolas Maduro da anni tiene in ostaggio il Venezuela e in questi giorni il regime, dopo aver celebrato le elezioni presidenziali su cui aleggia il pesante sospetto di brogli, sta mostrando il suo volto feroce tra repressioni, schieramento di militari per reprimere il dissenso e, adesso, espulsioni di giornalisti. Seguiamo, quindi, con apprensione quanto sta accadendo in Venezuela, dove insiste un’importante comunità di nostri connazionali e con cui ci sono storici legami di solidarietà e amicizia, e auspichiamo che quanto prima la libertà e il rispetto dei diritti possano ritornare a prevalere sull’autocrazia illiberale comunista”. Hanno dichiarato i componenti di Fratelli d’Italia della Commissione Vigilanza Rai, mentre il deputato Filini ha voluto sottolineare l’assordante silenzio della sinistra italiana verso quello che appare un vero e proprio sopruso contro la libertà di stampa.
"Il Pd e l'intera opposizione sempre loquaci quando si tratta di difendere la libertà di stampa, ma a sproposito e con l'unico intento di attaccare Giorgia Meloni e il governo, stavolta hanno perso la lingua. Non abbiamo ancora sentito una parola di solidarietà riguardo l'espulsione dei due inviati del Tg1 dal Venezuela per decisione del presidente comunista Nicolas Maduro. "C'entra il fatto - prosegue Filini - che si tratta di una dittatura comunista? E quindi in questo caso meglio rimanere zitti e lasciare calpestare in modo così vile e violento la libertà di stampa? Davvero una grande bella faccia tosta da chi soltanto l'altro ieri gridava al regime, brandendo il report farlocco europeo sulla libertà di stampa. Tutto davvero molto triste che conferma la malafede di questa sinistra, e dello stesso sindacato Usigrai, anch'esso in rigoroso silenzio, che si ricorda di difendere diritti e libertà soltanto quando fa comodo".
Il partito della leader dell'opposizione venezuelana María Corina Machado, ha denunciato questo venerdì una "rapina" nella sua sede nelle prime ore del mattino, quando sei uomini armati con il volto coperto "hanno sottomesso le guardie" per "prendere attrezzature e documenti ." Insomma una serie di atti intimidatori che lasciano intendere in quale clima si siano svolte le elezioni in venezuela. Domenica scorsa il regime venezuelano ha addirittura espulso, dopo averli detenuti per ore all’interno dell'aeroporto internazionale di Caracas, nove deputati del partito popolare spagnolo. Il fatto grave denunciato dal leader del partito Feijoo è che ne l'ambasciata spagnola a Caracas ne il ministro degli esteri siano intervenuti verso le autorità venezuelane. Ma come ha denunciato il partito popolare, il premier da tempo ha un atteggiamento molto morbido verso quello che ormai da tutti viene considerato a tutti gli effetti un regime illiberale. Intanto in Venezuela si è ripreso a sparare sui manifestanti che giustamente protestano per quella che considerano come una elezione farsa.
Proprio per protestare contro questo stato di cose, il Presidente della Commissione per le politiche dell’UE del Senato italiano, Giulio Terzi (FdI) ha sottoscritto un appello firmato dai Presidenti delle Commissioni Affari Esteri e Commissioni Affari Europei di numerosi parlamenti nazionali, per condannare i tentativi in corso in Venezuela di negare agli elettori l’esito legittimo delle elezioni presidenziali dello scorso 28 luglio e di reprimere con la violenza le conseguenti proteste scoppiate in tutto il Paese. Sulla base di tutte le prove disponibili - si legge nell’appello - i firmatari si rifiutano di riconoscere la dichiarazione fraudolenta e non verificabile del Consiglio Elettorale Nazionale (CNE) secondo cui Maduro ha vinto la rielezione. Al contrario, l'opposizione democratica ha pubblicato online circa l'80% dei conteggi dei voti cartacei ricevuti nei seggi elettorali in tutto il paese, dimostrando così una schiacciante vittoria elettorale per il candidato dell'opposizione Edmundo González. Il margine di vittoria dimostrato da tali conteggi è statisticamente impossibile da colmare per Maduro e il Consiglio Elettorale Nazionale ha continuato a rifiutarsi di fornire pubblicamente la documentazione che consenta la verifica trasparente dei risultati elettorali.