Cultura e Spettacolo

“Il declino del Paese legato al progressivo consumo di tisane da parte degli uomini” di Davide Romano, giornalista movimento No-tisane

In un’Italia dove il caffè è quasi una religione e il vino un modo di vivere, l’ascesa delle tisane è un fenomeno che merita un’attenta riflessione. Ci chiediamo: che effetto hanno queste infusioni di erbe sulla nostra società, in particolare sugli uomini? Dando un’occhiata a questo nuovo culto della tisana, ci si potrebbe chiedere se stiamo assistendo a una vera e propria crisi dell’italiano medio.

 

L’uomo italiano: da gladiatore a bevitore di camomilla

L’italiano tipico, un tempo simbolo di virilità e determinazione, oggi sembra aver scambiato il bicchiere di vino per una tazza di tisana alla melissa. Platone diceva che “l'uomo è ciò che beve”. Ebbene, se l’uomo italiano beve tisane, cosa resta della sua essenza? 

Immaginate la scena: un uomo, stanco dopo una lunga giornata di lavoro, invece di concedersi un robusto espresso o, meglio, su una italica grappa, si prepara una tisana allo zenzero. Certo, potrebbe sembrare un gesto innocuo, ma è qui che inizia la nostra analisi. Nella ritualità del preparare la tisana, ci sono segnali inquietanti di una società che si sta ammorbidendo, un simbolo di una virilità in declino. 

 

La disumanizzazione dell'italiano moderno

Secondo Nietzsche, “l’uomo è qualcosa che deve essere superato”. Ma cosa accade se l’italiano si ferma a sorseggiare una tisana? Non si rischia di restare bloccati in una spirale di introspezione e dolcezza? È un passo verso l’abisso del non essere, dove l’unica cosa a crescere è l’auto-compassione. “È più facile bere una tisana che affrontare le proprie paure”, avrebbe potuto dire Socrate, se solo avesse potuto assistere alla crescente epidemia di infusi.

 

La tisana: un simbolo di una cultura in declino?

In un’Italia afflitta da crisi economica e sfide sociali, la tisana diventa il simbolo di una cultura che si rifugia nel conforto delle erbe, mentre il mondo esterno brucia. Gli uomini, abituati a risolvere i problemi con un colpo di genio, si ritrovano a discutere di infusi e proprietà calmanti. Come direbbe Kant: “L’illuminismo è l’uscita dell’uomo dalla sua incapacità di usare la ragione”. Ma a quanto pare, alcuni preferiscono l’illuminazione di una tazza di tè.

 

La gioventù e la tisana: una generazione anestetizzata

I giovani italiani sembrano essere i più colpiti da questa nuova moda. Una generazione che si definisce “eco-sostenibile” si ritrova a passare ore a scegliere tra mille varianti di tisane, perdendo il contatto con la realtà. “La vita è una battaglia”, affermava Sun Tzu. E come possono combattere, se il loro arsenale è composto da erbe rilassanti e dolcificanti? 

 

La soluzione contro l’inarrestabile declino: riscoprire la virilità

In definitiva, l’effetto delle tisane sulla società italiana, in particolare sugli uomini, non può essere sottovalutato. Mentre il mondo gira attorno alla lotta per il potere e la sopravvivenza, l’italiano medio si ritrova a rifugiarsi in infusi aromatici, rinunciando a una storia di passione e determinazione. Forse è il momento di riscoprire il piacere di un buon espresso e di riprendere in mano le redini della propria vita. Come diceva un grande filosofo contemporaneo: “Non c’è tisana che tenga, se si è in balia della vita”.

Ritroviamo il nostro spirito combattivo, italiani! Lasciamo da parte le tisane e torniamo a celebrare la vera essenza della nostra cultura!

Autore Davide Romano
Categoria Cultura e Spettacolo
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