11 arresti: la Mafia negli appalti di Expo 2015, nonostante Cantone
Il consorzio di cooperative Dominus scarl in tre anni, lavorando per la Nolostand spa, società controllata da Fiera Milano Spa, ha fatturato all'incirca 18 milioni di euro dei suoi 20 milioni complessivi. I suoi allestimenti hanno riguardato anche Expo 2015 con la realizzazione del Palazzo Congressi, dell’Auditorium e dei padiglioni di Francia, Qatar, Guinea, oltre allo stand di Birra Poretti.
Questa mattina, gli amministratori del consorzio insieme ad altre persone, 11 in totale, sono stati sottoposti a misure cautelari, a seguito di un'indagine che vede interessati anche i pm dell'antimafia, con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata per falsa fatturazione e altri reati tributari, appropriazione indebita e riciclaggio. A questi reati si aggiunge l’aggravante di aver agito per conto di una cosca mafiosa siciliana che fa riferimento al mandamento di Pietraperzia, che si trova tra Enna e Caltanisetta.
Quindi, Dominus scarl lavorando per Nolostand spa, controllata da Fiera Milano Spa, ha eseguito lavori, e non di poco conto, per Expo 2015. Riprendo un articolo pubblicato due anni fa sul Corriere.it che riguardava la nomina di Raffaele Cantone che avrebbe dovuto vagliare gli appalti di Expo 2015 proprio per evitare, tra l'altro, infiltrazioni mafiose. L'obbiettivo, secondo quanto da lui dichiarato al momento dell'insediamento, era di realizzare una «Expo trasparente, unico modo per far recuperare immagine e credibilità a questo evento» grazie anche alla possibilità di poter sfruttare la norma della legge Severino, in base alla quale «in caso di violazione grave dei patti di integrità si revoca d’ufficio l’appalto».
Poiché il Governo non aveva autorizzato l'ente Fiera ad occuparsi direttamente degli appalti relativi all'assegnazione dei padiglioni, Cantone, durante la cerimonia di insediamento si diceva compiaciuto di questa scelta, dichiarando che «il commissario Sala sta cercando di individuare procedure più rapide e più garantite possibili, in modo che le procedure siano rapide e trasparenti».
Cantone si è occupato di Expo 2015 su espressa richiesta del Governo Renzi. Pur ammettendo che tutti possono commettere errori e nessuno può affermare di non aver mai sbagliato durante la propria vita, è evidente però la figuraccia di Cantone, Sala e di Renzi in questa vicenda. Inutile pretendere o sperare che almeno Cantone assuma le conseguenze di quanto accaduto per una valutazione del suo operato... siamo in Italia. In ogni caso, la sua immagine, e non solo la sua, da questa vicenda non può certo uscirne non offuscata.