Nell'ambito del nuovo piano, nel 2023 i costi totali ammonteranno a €10,2 mld con un CAGR del -0,2 per cento dal 2018 al 2023.La continua ottimizzazione dei processi, supportata dai maggiori investimenti in IT, consentirà alla banca di conseguire risparmi lordi in Europa occidentale per €1 mld, pari al 12 per cento della base di costo 2018.Questi risparmi saranno in parte ottenuti attraverso la riduzione ulteriore di circa 8.000 FTE21 nell'arco del piano, mentre l'ottimizzazione della rete di filiali vedrà ulteriori chiusure di circa 500 unità a livello di Gruppo tra il 2019 e il 2023. I costi di integrazione associati saranno pari per l'Europa occidentale a €1,4 mld, al netto delle imposte, che saranno rilevati nell'esercizio 2019 e 2020.

Il passaggio sopra riportato è ripreso da Team 23, ovvero il "Piano strategico Unicredit 2020-2023".

Utilizzando le note indicate da Unicredit (non riportate nel testo), la lettura esatta del testo pubblicato in precedenza è la seguente: Unicredit per migliorare il margine operativo inizierà a chiudere alcune delle proprie filiali in Austria e Germania già entro la fine dell'anno corrente e continuerà a farlo soprattutto, in Italia, a partire dal 2020. E sarà proprio in Italia dove si concentrerà la maggior parte dei tagli degli esuberi indicati dal gruppo che, nel nostro Paese, dovrebbero corrispondere a 6mila persone.

Tutto questo per migliorare la redditività del gruppo e il dividendo per gli azionisti per arrivare, entro il 2023, a realizzare un utile di 5 miliardi.

Questa la risposta di Luca Dapporto, segretario di coordinamento Fisac Cgil, al comunicato di Uicredit:
"Il numero di esuberi è sproporzionato rispetto agli obiettivi. Non è credibile che un così netto taglio degli organici venga giustificato da un piano industriale di crescita organica. Non vorremmo che questa cura dimagrante sia il preludio a scenari di aggregazioni europee che allontanino Unicredit dell'Italia. Per noi, la testa del gruppo deve restare italiana ed Unicredit deve continuare a garantire il sostegno all'economia del nostro Paese".

Sulla stessa linea il segretario generale della Uilca, Massimo Masi: "Crediamo che in realtà gli unici veri esuberi della banca siano il Ceo Jean Pierre Mustier e il management che ha ideato un progetto senza visione industriale e di prosperità e sradica la banca dal tessuto sociale e territoriale in cui opera, con la promessa di enormi dividendi per gli azionisti da conseguire grazie a forti penalizzazioni per le lavoratrici e i lavoratori, chiusure di 500 filiali e pesanti ricadute occupazionali. Siamo pronti a qualsiasi iniziativa di opposizione e non permetteremo che inquini il confronto con Abi per il rinnovo del contratto nazionale dei bancari".

Infine, questo è stato il commento della ministra del Lavoro Nunzia Catalfo: "Vedremo di capire cosa sta avvenendo e di intervenire nel caso ci dovessero essere degli esuberi. Il nostro obiettivo non è intervenire in emergenza, ma prevenire in qualche modo le crisi. Ad esempio, attraverso un osservatorio sul mercato del lavoro che inizia a studiare quali sono i settori in Italia nei quali si investe e quali sono i settori in sofferenza, anticipando così le crisi".