Alla fine doveva accadere: il cardinale Angelo Bagnasco, alla guida della Cei, erede del cardinale Camillo Ruini, cioè interventista e assertore della sudditanza del "politico" dal "religioso", rigorosamente cattolico ça va sans dire ha pensato d’imporre la sua volontà al Senato, cioè al Parlamento, chiedendo, anzi ordinando ai suoi chierichetti nominati di votare con voto segreto il disegno di legge Cirinnà che per il cardinale è Cirinnò.

Il male supremo dentro la stessa religione cattolica (e, come vediamo, anche nell’Islamismo in forma ancora più grave) è il clericalismo in quanto pretesa di gestire lo Stato con criteri religiosi esclusivi. Difendo in modo drastico la piena, totale, indiscussa laicità dello Stato, nonostante i suoi stessi rappresentanti, nominati, ne siano indegni. Ora solo un’abolizione tout-court del concordato può sanare il "vulnus" dell’intervento di Bagnasco, perché la Costituzione garantisce la libertà di coscienza senza bisogno di orpelli supplementari per le religioni e i cittadini credenti. Sperare e sognare non sono vaneggiamenti.