Secondo il ministro dell'Interno, "senza navi delle Ong davanti alle coste della Libia, guarda caso da 15 giorni non parte più neanche un barcone, e non muore più nessuno. Coincidenze?"

Una frase che è un perfetto esempio della propaganda che giornalmente viene promossa sui social network dai profili personali di Matteo Salvini.

Naturalmente, non vi è alcuna relazione logica tra la presenza in mare di navi delle Ong e le partenze di imbarcazioni di migranti dalle coste dell'Africa e, in particolare, della Libia. Nessuna indagine di una qualsiasi procura italiana ha provato che una qualsiasi Ong sia coinvolta con la partenza delle barche e agisca in cooperazione con i trafficanti. Inoltre, venendo meno il numero di navi che stazionano nel Mediterraneo in operazioni di salvataggio, non è neppure possibile sapere quante imbarcazioni affondino in mare senza che ne sappiamo niente.

Eppure ci sono persone che prendono per buona la propaganda leghista promossa sui social. Propaganda che non si limita neppure a questo.

Infatti, secondo Salvini, in Italia ci sarebbero centinaia di migliaia di migranti (di cui nessuno però conosce il numero esatto, ma solo quello stimato) che starebbero invadendo l'Italia. Questo un altro messaggio che viene promosso sui social. È vero? Naturalmente no. Negli ultimi due anni il numero di migranti giunto in Italia è diminuito drasticamente e lo scorso anno il numero di quelli arrivati in Spagna è stato di gran lunga superiore al dato dell'Italia.

Eppure, le attività di contrasto e supporto alle operazioni di salvataggio in mare vengono promosse e salutate come manna dal cielo perché in tal modo starebbero salvando l'Italia e i suoi confini.

Le partenze dalla Libia è evidente che non hanno nulla a che fare con la presenza o meno delle Ong in mare. La diminuzione delle partenze è iniziata con Minniti che ha promosso finanziamenti per piani di sviluppo alternativi dell'economia di alcune località sulla fascia costiera libica. Nella sostanza, l'Italia ha iniziato a pagare la filiera dei trafficanti per interrompere le traversate in mare. I migranti vengono così trattenuti nei centri di detenzione libici.

Molti di quelli presenti in Italia che grottescamente vengono definiti "clandestini" sono migranti senza documenti, che in parte volevano anche raggiungere i parenti in Europa, che adesso si trovano in un limbo a cui nessuno sta dando soluzioni. Per essere rimpatriati dovrebbero essere imbarcati su navi o aerei dopo che l'Italia abbia stipulato dei trattati con i Paesi d'origine. Nonostante le promesse elettorali di Salvini, l'attuale Governo non ha fatto in sette mesi nessun accordo in tal senso.

In compenso, il ministro dell'interno si è intestato un decreto, definito sicurezza, che ha tra le sue finalità quella di aumentare il numero di stranieri senza documenti presenti in Italia. Quanto incidono queste persone sul benessere degli italiani? Praticamente zero in maniera diretta. In modo indiretto sicuramente, anche se il costo non è facilmente quantificabile ed è comunque collegato a quello dei problemi associati a criminalità e giustizia. Ma a questo c'è da aggiungere anche lo sfruttamento di coloro che vengono pagati in nero nei periodi di raccolta che aumenta gli utili di alcune filiere produttive. Ma questo Salvini dimentica di ricordarlo.

Un problema di difficile soluzione quello dei migranti senza documenti, ma dire che a causa loro le risorse da destinare agli italiani siano venute meno e che questo abbia contribuito, anche in parte, alla crisi economica dell'Italia è pura fantasia.

Nella propaganda leghista vengono additate le cooperative che gestiscono i centri di accoglienza come strutture di rapina dei fondi pubblici. Ma al di là di come siano state gestite in passato le modalità di finanziamento, e al di là di come tali cooperative operino (e in ogni caso a rimetterci sarebbero comunque i migranti) è poco ma sicuro che comunque permettono di creare occupazione tra gli italiani. Un aspetto che la propaganda di Salvini trascura di ricordare.


Si potrebbe continuare... ma quanto sopra riportato è sufficiente a dimostrare che la propaganda come strumento di governo non risolve i problemi, ma serve solo a nasconderli. Tramite i social, con l'utilizzo di utenti prezzolati (veri o falsi che siano) che fanno da capo branco a dei perfetti cretini che hanno dato in gestione a terzi il proprio cervello ed evitano accuratamente di utilizzarlo, si promuove così il consenso alimentandolo anche con sempre nuovi nemici che servono come strumento di distrazione di massa, per non far ricordare al popolo bue che i precedenti problemi additati loro come drammatici sono ancora lì, intatti ed irrisolti.

Ai giorni nostri, non è pertanto necessario usare manganelli, squadracce e marce su Roma per conquistare ed affermare il consenso... basta qualche post su Facebook per convincere dei "fessi" ad accettare e promuovere delle verità di comodo che vengono date loro in pasto.