Le nuove armi di distrazione di massa di Meloni: Premierato e Piano Mattei
Come arma di distrazione di massa per ritardare di qualche giorno le inevitabili pulci che verranno fatte alla legge di Bilancio che in questo fine settimana approda in Parlamento, nel CdM di questo venerdì Giorgia Meloni ha presentato la riforma costituzionale per l'elezione diretta del Presidente del Consiglio, oltre ad un decreto legge con disposizioni urgenti per il Piano Mattei per lo sviluppo, in Stati del continente africano.
Partiamo da quest'ultimo. In conferenza stampa, la premier ha parlato di accelerazione del Piano Mattei che sta sbandierando ormai da un anno e che ancora non è stata in grado di dire chiaramente cosa sia, anche se le finalità sembrano ormai chiare: i Paesi africani danno all'Italia la possibilità di sfruttare le loro risorse energetiche e l'Italia promuoverà in loco delle attività collaterali che non potranno non prescindere dal contrasto all'immigrazione irregolare. Così, se in Italia dovessero arrivare dei migranti di un Paese che fa parte del Piano Mattei, questi verrebbero rimandati a casa senza tanti complimenti. In pratica è un accordo da cui l'Italia, in teoria, dovrebbe sempre trarne profitto, salvo che non se ne conoscono ancora nel dettaglio i contenuti e, soprattutto, i Paesi africani che ne dovrebbero far parte!
In compenso, quella che è già stata stabilita, in dettaglio, è la struttura della governance, in cui non è stato dimenticato nessuno (!!!):
"In merito alla governance, il decreto prevede l’istituzione di una Cabina di regia, presieduta dal Presidente del Consiglio dei ministri e composta dal Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, con funzioni di vicepresidente, e dagli altri Ministri, dai Viceministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale e delle imprese e del Made in Italy, dal Presidente della Conferenza delle regioni e delle province autonome, dal direttore dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, dai presidenti dell’ICE-Agenzia italiana per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, della società Cassa depositi e prestiti S.p.a., della società SACE S.p.a., della società Simest S.p.a., da rappresentanti di imprese a partecipazione pubblica, delle università, della società civile e del terzo settore, di enti pubblici e privati".
E questa è la Cabina di regia:
- coordina le attività di collaborazione tra Italia e Stati del Continente africano;
- finalizza il Piano Mattei e i relativi aggiornamenti;
- monitora l’attuazione del Piano;
- approva la relazione annuale al Parlamento;
- promuove il coordinamento tra i diversi livelli di governo, gli enti pubblici nazionali e territoriali e ogni altro soggetto pubblico e privato interessato;
- promuove iniziative finalizzate all’accesso a risorse messe a disposizione dall’Unione europea e da organizzazioni e soggetti internazionali, anche di natura bancaria;
- coordina le iniziative di comunicazione relative all’attuazione del Piano Mattei.
E come non parlare, istituita presso la Presidenza del Consiglio, della struttura di missione:
- assicura supporto al Presidente per l’esercizio delle funzioni di indirizzo e coordinamento dell’azione strategica del Governo
- relativamente all’attuazione del Piano Mattei e ai suoi aggiornamenti;
- cura il segretariato della Cabina di regia;
- predispone la relazione annuale al Parlamento.
Dopo la fuffa del Piano Mattei, di cui non possiamo non sottolineare che avrà anche un do ut des collegato al consenso elettorale (che è la parte più importante), passiamo all'altra fuffa di giornata: l'elezione diretta del premier. Due gli obiettivi, ha dichiarato Meloni:
"Da una parte garantire il diritto dei cittadini a decidere a chi farsi governare, mettendo sostanzialmente fine alla stagione dei ribaltoni, alla stagione dei giochi di palazzo, alla stagione del trasformismo, delle maggioranze arcobaleno e dei governi tecnici; insomma, di tutti quei governi che nel corso degli anni sono sostanzialmente passati sulla testa dei cittadini per realizzare cose che i cittadini non avevano deciso. Il secondo di questi obiettivi è garantire che chi viene scelto dal popolo possa governare con un orizzonte di legislatura, quindi garantire sostanzialmente una stabilità del governo, avere cinque anni per realizzare il proprio progetto, garantire quella stabilità che è una condizione sostanziale dal nostro punto di vista per costruire una strategia e per avere una credibilità a livello nazionale e a livello internazionale. Non sta a me ricordare, perché lo farà il Ministro Casellati quando arriverà, che nei 75 anni di storia repubblicana noi abbiamo avuto 68 governi con una vita media di circa un anno e mezzo".
In pratica, visto che meloni ha studiato a Colle Oppio, la "grande" statista ritiene che governare sia sinonimo di comandare... non c'è da stupirsene. E in base a ciò ritiene che l'instabilità dei governi, frutto del trasformismo parlamentare, possa esser combattuta con l'elezione diretta del premier, quando invece dipende dai parlamentari che si "vendono" al miglior offerente. Problema che lei con la sua riforma di certo non risolve. Poi prosegue:
"Io considero questa la madre di tutte le riforme che si possono fare in Italia. La considero la madre di tutte le riforme che si possono fare in Italia perché se noi facciamo un passo indietro e guardiamo a quello che, per esempio, è accaduto in Italia e in Europa negli ultimi vent'anni - prendiamo ad esempio il tempo trascorso tra il 2002 e il 2022 -, in Italia abbiamo avuto nove Presidenti del Consiglio con dodici governo diversi, in Francia ci sono stati quattro Presidenti della Repubblica, in Germania ci sono stati tre Cancellieri. Nello stesso periodo di tempo, Francia e Germania sono cresciute di più del 20%, l'Italia è cresciuta di meno del 4%".
Quello che non ha ricordato è che dei governi che hanno contribuito a tutto questo anche lei ha fatto parte e che già dopo un anno da quando occupa la poltrona di Palazzo Chigi, l'Italia ha già smesso di crescere. Che cosa c'entra, pertanto, il cosiddetto premierato con l'instabilità e lo sviluppo? Nulla.
Meloni dovrebbe evitare di continuare a promuovere le puttanate che lei e i suoi complici contribuiscono a diffondere nel Paese, coadiuvati da un'informazione serva, in modo da inventarsi sempre nuovi nemici con il solo scopo di promuovere il consenso, cercando di distogliere l'attenzione degli elettori dai veri problemi che lei e la sua maggioranza non sono in grado di affrontare... figuriamoci se sono in grado di risolverli! In tal modo una nazione può essere una nazione normale e sperare nello sviluppo.
Per chi fosse interessato a come verrà attuato il provvedimento, questi sono i punti:
Il testo opera su cinque versanti:
- introduce un meccanismo di legittimazione democratica diretta del Presidente del Consiglio dei ministri, eletto a suffragio universale con apposita votazione popolare che si svolge contestualmente alle elezioni per le Camere, mediante una medesima scheda. Si prevede, inoltre, che il Presidente del Consiglio sia eletto nella Camera per la quale si è candidato e che, in ogni caso, sia necessariamente un parlamentare;
- fissa in cinque anni la durata dell’incarico del Presidente del Consiglio, favorendo la stabilità del Governo e dell’indirizzo politico;
- garantisce il rispetto del voto popolare e la continuità del mandato elettorale conferito dagli elettori, prevedendo che il Presidente del Consiglio dei ministri in carica possa essere sostituito solo da un parlamentare della maggioranza e solo al fine di proseguire nell’attuazione del medesimo programma di Governo. L’eventuale cessazione del mandato del sostituto così individuato determina lo scioglimento delle Camere;
- affida alla legge la determinazione di un sistema elettorale delle Camere che, attraverso un premio assegnato su base nazionale, assicuri al partito o alla coalizione di partiti collegati al Presidente del Consiglio il 55 per cento dei seggi parlamentari, in modo da assicurare la governabilità;
- supera la categoria dei senatori a vita di nomina del Presidente della Repubblica, precisando che i senatori a vita già nominati restano comunque in carica.