Va di moda il social e la cam istantanea. Dagli inizi del 21 secolo, in un mondo giornalistico cambiato nelle sue impostazioni. Truman Show o "007 il domani non muore mai": giornalismo di tipo digitalizzato, in cui la figura dell'inviato speciale non esiste ormai più. Anzi sostituita dal Data Scientist delle news, dall'analista e rielaboratore dei dati forniti tutti dai supporti esterni.
Occhi digitali sul pianeta Terra. Un incubo orwelliano prende forma? Forse, ma ci sono in questo assunto anche dei fenomeni quasi divertenti.
Una serie di SF britannica che è un'istituzione nel suo paese, come Star Trek negli USA, Dr. Who, ha proposto interessanti spunti di visione in alcuni episodi tra la fine del 2008 e il 2009. Astronavi da crociera aliene che orbitano intorno alla Terra per vacanza osservando il pianeta e in modo surreale, ricalcano le orme del Titanic in chiave da Space Opera. Giochi di guerra fra stazioni spaziali nel futuro, basate su calcoli di punteggio da reality show.
E altro, in uno stile sarcastico soft British humor. Veniamo al nostro mondo reale attuale. La passeggiata sulla Stazione Spaziale del miliardario giapponese sembra ricalcata sui canovacci di screenwriter del Dottore. Illustra in maniera docureality da episodio televisivo la vita nello spazio. Spiega i problemi che possono verificarsi con relativi pericoli nella permanenza. E must dei must, il più grande, annoso, drammatico problema e pericolo dei sistemi assimiliatori ed escretori del personale.
Sembra surreale e quasi umoristico come fatto mediale. Ma è stato impostato in un modo tale da risultare simpatico e cool, tale da attrarre interesse sull'informazione astronautica. Forse Dr. Who è già qui. E speriamo che questi effetti e prodotti mediatici gradevoli e quasi divertenti si estendano anche alla gestione totale della ricerca ed esplorazione astronautica ed astronomica, senza che prevalga ancora una volta il fattore comportamentale umano negativo.