Il "retrovirus" del profitto
Siamo arrivati al paradosso: si parla di quarta dose non per combattere la diffusione del virus ma per permettere al virus di circolare, evolversi e nel frattempo ai “predatori” che operano nel settore di accrescere il loro profitto. È per amore del Pil che questo esecutivo sta prendendo in giro l’intero Paese emanando provvedimenti per alimentare l’illusione di una normalizzazione del fenomeno pandemico e il ritorno alle antiche abitudini.
Proprio per tranquillizzare la popolazione e permettere al Pil di crescere l’attuale esecutivo ha incominciato a manipolare i dati utilizzando dei grossolani espedienti infatti in piena ondata “magicamente” contagi e morti incominciano a diminuire: Draghi & C. sono più efficienti di Lourdes, ormai è quasi inevitabile l’apertura di un processo di canonizzazione.
Il primo segnale da considerare è la richiesta di abolire il bollettino giornaliero sull’andamento dei ricoveri, degli infettati e dei morti esclusivamente per amore della nostra tranquillità, i “magnifici” non vogliono turbarci psicologicamente (visto che, tra l’altro, non passano più il bonus per l’assistenza psicologica). Per non preoccuparci per il numero degli infettati, dei ricoverati e decessi per SarsCov2 stanno utilizzando un altro criterio che, stranamente, fa diminuire l’allarme negli ospedali solo sui media; i tracciamenti, le quarantene, i trattamenti domiciliari sono lasciati al nostro buon cuore; i medici di base si lamentano che lavorano troppo e sono pagati poco (7000 euro al mese per un numero chiuso di pazienti che certo non sono tutti contemporaneamente affetti dal virus). L'attuale esecutivo ha emesso una serie di provvedimenti inappropriati e tardivi che non servono a migliorare la situazione ( green pass, super green pass, super-super green pass, multe, isolamento per i dissidenti, ecc.) la gente circola liberamente senza mascherina, si assembra incautamente, si infetta e diviene un micidiale veicolo di diffusione ma adesso quello che conta è rispettare il diritto costituzionale alla libertà di circolazione per amore del Pil e nell'interesse di Confindustria.
Sempre per amore della tranquillità e del Pil alcune Regioni, in capo la Lombardia, hanno elaborato una direttiva spedita alla velocità della luce ai loro ospedali pubblici di non inserire tra i dati relativi alla pandemia i pazienti ricoverati per altre patologie ma risultati infetti da Covid2; i soliti furbastri con questo squallido espediente non solo “occultano” il numero degli infettati ma espongono il personale medico, infermieristico, gli altri pazienti sani ricoverati nei reparti no covid al contagio che potrebbe esser per molti potenzialmente fatale: si sta ripetendo puntualmente lo scandalo di ricoverare dei contagiati tra i sani, come avvenne ne 2020 che per liberare i posti negli ospedali pubblici furono ricoverati gli infetti nelle RSA provocando una strage soprattutto tra gli anziani. È proprio vero che l’esperienza non insegna, si spera che questa volta la Procura di Milano fermi questi criminali prima che replichino un’altra mattanza.
Ormai i fondi europei sono stati immessi nei soliti canali, le fasce più abbienti sono state tutelate, i lavoratori possono essere licenziati per email, la povertà crescerà, le imprese possono dislocare a loro piacimento, la transizione ecologica ce la possiamo dimenticare, le bollette italiane come al solito sono più pesanti che negli altri paesi europei, i prezzi dei generi alimentari assorbiranno il reddito di cittadinanza e la gente comune si troverà come al solito con il cerino in mano quindi Draghi può traslocare al Quirinale. Negli altri paesi europei vi è un’attività frenetica per realizzare un futuro migliore invece in questo paese si è brigato per il solito accaparramento predatorio che, se ci andrà bene, lascerà tutti in “braghe di tela” altrimenti non avremo neanche quelle.
Cosa fanno i “salvatori della patria” nel frattempo per fermare la diffusione del virus e del suo conseguente, pericoloso processo evolutivo? Seguendo le direttive delle multinazionali del farmaco decidono di imporre l’obbligo di assumere ripetitivamente e in tempi sempre più brevi dosi di un preparato sperimentale che limita l’aggressività del virus nell’organismo trattato ma non impedisce il fenomeno più pericoloso e devastante della sua diffusione.
Due giorni fa, Marco Cavaleri, responsabile per le vaccinazioni per conto dell’Ema, durante una conferenza stampa in video, in collegamento da Amsterdam è stato critico verso la somministrazione ogni tre/quattro mesi di uno pseudo-vaccino sperimentale in quanto si sta consolidando questa strategia in tutti i paesi occidentali (con grande profitto per le case farmaceutiche).
Fermo restando che ormai siamo arrivati alla quinta variante in circa due anni, che la variante Delta non è scomparsa ma continua imperterrita a mietere vittime, che le nuove varianti non offrono per il momento elementi di valutazione sui quali predisporre un vaccino risolutivo, occorre considerare che oggettivamente non si possono somministrare richiami a brevi intervalli perché potrebbero provocare problemi al sistema immunitario. Gli attuali composti utilizzati stanno agendo pesantemente sul sistema immunitario sovraccaricandolo senza che se ne conoscano i possibili effetti collaterali permanenti. I vaccini tradizionali funzionano su base “naturale”: si inocula nell’organismo umano una “malattia controllata” che stimola una reazione immunitaria, finora il loro uso ha portato alla scomparsa di gravissime malattie invece attualmente si sta trattando un virus veicolandolo diversamente per avere una risposta immunitaria equivalente ai vaccini tradizionali ma con scarsi risultati e le cui conseguenze sono imponderabili. Cavaleri solleva anche un altro problema quello di produrre disagio nella popolazione per queste continue somministrazioni infatti è fuor di dubbio che tale situazione sta trasmettendo insicurezza e precarietà alla popolazione.
Quello che non hanno capito i “migliori” che l’opinione pubblica è consapevole che stanno fornendo informazioni tendenziose che vengono immediatamente smentite dai fatti; è inutile truccare i dati perché la gente comune vive sulla sua pelle questa realtà: ci si infetta in moltissimi, si contagia, si finisce in ospedale dal quale si esce o morti o guariti (ma conciati male a vita) inoltre si omette di parlare chiaramente delle conseguenze invalidanti permanenti che lascia la malattia in moltissimi pazienti. Continua: “se da un punto di vista epidemiologico vedendo la situazione questa dovesse essere l’unica soluzione (fare dosi booster), allora si potrà fare una volta o forse due, ma non è una cosa che possiamo ripetere costantemente “. Conclude “(….) sarebbe meglio iniziare a pensare a una somministrazione di booster più distanziata nel tempo” che, in uno scenario endemico, sarebbe da fare “all’inizio della stagione invernale”. Con queste premesse si infetteranno il 99,99% della popolazione mondiale, si salverà il restante 00,01 perché sono degli “eremiti”.
Ma cosa si sta facendo per capire la dinamica di queste mutazioni? Partendo dal presupposto che la mutazione Omicron sia avvenuta in Sudafrica, Wenfeng Qian, ricercatore dell’Institute of Genetics and Developmental Biology della Chinese Academy of Sciences, alla guida di un gruppo di genetisti cinesi ha ipotizzato che non abbia avuto origine dalle varianti preesistenti ma che rappresenti una variazione parallela generata da un doppio passaggio da uomo a topo e, successivamente da topo a uomo.
Il genetista Qian parlando della possibile mutazione afferma: “Omicron ha accumulato il maggior numero di mutazioni nella proteina Spike tra le oltre 6 milioni di varianti del Sars-CoV-2 che sono state sequenziate. Questa particolarità potrebbe spiegarsi facilmente se il progenitore di Omicron fosse passato dagli umani a una specie non umana perché questo ‘salto’ avrebbe richiesto un notevole numero di mutazioni affinché la Spike si adattasse alla nuova specie”. In merito alla sua diffusione a livello mondiale dice che: “(…) nessuna delle 6 milioni di varianti, comprese quelle che si sono evolute nei pazienti con infezione cronica, è stata soggetta alla stessa forte selezione darwiniana sulla proteina Spike che si vede nel progenitore di Omicron. Una selezione che si spiega con la necessità di adattarsi a un’altra specie “. Siccome “(…) diverse mutazioni nella proteina Spike di Omicron rafforzano la capacità del virus di legarsi ai recettori ACE2 dei topi” è arrivato alla conclusione che sia proprio da questi animali che si è originata, dopo un nuovo salto di specie, la mutazione. Lo scenario tracciato dal genetisca cinese è a dir poco terrificante, l'aspetto positivo consiste che questa volta i pipistrelli e i serpenti sono innocenti!
I genetisti cinesi non hanno considerato che in Italia vi è un pericolosissimo retrovirus che sta diffondendo Omicron con tutte le sue varianti passate e future: il profitto!