Si è tenuto dalle 20 alle 21.30 (ora locale) alla Belmont University di Nashville l'ultimo confronto diretto tra i principali sfidanti alle elezioni presidenziali del 3 novembre: il democratico Joe Biden e il repubblicano Donald Trump.

Chiunque abbia avuto la voglia e la pazienza di guardare il dibattito, al di là dei contenuti espressi, sarà senz'altro rimasto colpito dal modo in cui i due candidati hanno affrontato i temi su cui erano chiamati a confrontarsi: lotta al COVID-19, famiglia, razzismo, cambiamento climatico, sicurezza nazionale e leadership.

Da una parte era Trump, il "tizio della tv" che conduceva il reality "The Apprentice" (perché è per questo che Trump è stato eletto nel 2016, nonostante voglia far credere di esser stato premiato per le sue capacità imprenditoriali), dall'altra Biden, il politico di carriera che si esprime e dice le cose che ci si attenderebbero da una persona che si candida a guidare un Paese.

Tenendo bene in mente questa distinzione chi non lo abbia visto può immaginare come si sia svolto il dibattito. Il giudizio di chi lo ha visto è dipeso, poi, oltre che dalle sue convinzioni, dalle sue capacità intellettuali e dal suo bagaglio culturale. 


Per dare un'idea di come Trump si sia proposto agli elettori, possiamo prendere la parte finale di quello che andato in onda ieri.

Parlando del clima, Trump ha detto, nel suo modo di esprimersi elementare fatto di periodi brevissimi, che l'aria negli Stati Uniti è pulita, i fiumi sono pulitissimi, che le emissioni di anidride carbonica non sono mai state tanto basse come adesso, che tutto negli Usa è bello e tutto fantastico... grazie a lui. Poi, quando la moderatrice Kristen Welker, co-conduttrice di "Weekend Today" in onda sulla NBC, gli ha chiesto dei problemi di salute delle persone che vivono nei pressi delle raffinerie e dei luoghi in cui si estrae il petrolio, Trump ha detto che quelle persone sono felici perché guadagnano bene, ecc.

Biden, dal canto suo, ha affrontato l'argomento del cambiamento climatico sostenendo la necessità, da parte dell'America, di riprendere la strada abbandonata da Trump nel seguire le indicazioni concordate a suo tempo a Parigi per la riduzione delle emissioni di CO2, ricordando che la green economy è stata "sdoganata" anche dai mercati finanziari che, annusando il nuovo business, stanno investendo cifre enormi nel settore.

Piaccia o no, quanto Trump ha detto sull'argomento sono battute false e non verificabili, quello che ha detto Biden sono invece affermazioni riscontrabili da tutti.

E questo è stato l'andamento del dibattito su tutti i temi trattati, con il solito Trump aggressivo quando ha potuto esserlo (le regole stavolta prevedevano che in alcuni momenti i microfoni dei due contendenti fossero spenti in modo da evitare che le voci si sovrapponessero), e un Biden per nulla addormentato e per nulla balbettante rispetto all'immagine costruita da Trump.

E alla fine, quando ai due è stato chiesto che cosa avrebbero detto agli americani una volta eletti, Trump ha fatto un appello al voto, mentre Biden ha detto che sarà il presidente di tutti.

Da notare che stavolta il confronto tra i due candidati è stato giudicato unanimemente come un vero dibattito e così è stato ritenuto anche dalla moderatrice che, in chiusura, ha espresso la sua soddisfazione per come si è svolto.

Chi è stato il più convincente tra i due? In un sondaggio svolto dalla CNN in tempo reale, Joe Biden è risultato vincente su Trump per il 53% degli elettori, mentre Trump ha raccolto solo il 39% di pareri favorevoli.

Gli ascoltatori hanno dichiarato che le critiche di Biden a Trump erano in gran parte giuste (il 73% contro il 26%) e si sono divisi quasi equamente nel giudicare motivati gli attacchi di Trump a Biden: il 50% ha detto sì, il 49% no.

Quanto inciderà il dibattito sulle intenzioni di voto degli americani? Secondo l'instant poll, gli elettori favorevoli a Biden prima dell'inizio erano il 55%, una percentuale confermata anche dalle intenzioni di voto post-dibattito. Allo stesso modo, i numeri di Trump sono rimasti stabili, con l'iniziale 42% a favore del presidente in carica sceso solo di un punto alla fine.