Falsi obiettivi sociali. A Perugia si fa una politica da “PAESE DEI BALOCCHI”!
Una politica ipocrita e bugiarda capace di far sembrare una pulce un elefante o viceversa, quando più fa comodo, un elefante farlo apparire una pulce.
“Datemi un punto d’appoggio e vi incanterò le masse”.
Coloro che gestiscono la politica del nostro Comune non fanno eccezione!
Nel mettere in atto le tecniche di “manipolazione psicologica sociale” si sono distinti come abili strateghi sapendo benissimo cosa fare e quando.
Ottimi manipolatori per distrarre l’attenzione da quei problemi che la politica non sa o non vuole risolvere.
Onde evitare che i cittadini si interroghino sul perché, quelli mandati ad amministrare, non parlano più dei problemi reali della città; problemi di droga e prostituzione, problemi di degrado ed incuria di strade, problemi dei parchi ed in generale del verde pubblico completamente dimenticato.
Ovvero; quando ne parlano, lo fanno in una maniera strumentale, completamente risibile per come ne affrontano i problemi e cioè in maniera falsa ed a proprio vantaggio di parte, senza mai avventurarsi in un concreto riscontro di interventi che siano risolutori delle reali esigenze dei perugini.
Gli esempi di tale comportamento non mancano. Anche se molto presto avremo modo di parlarne in maniera specifica e capillare, diamo un piccolo anticipo sui tre problemi che rivestono un aspetto fondamentale per Perugia e i suoi cittadini.
Per quanto riguarda le condizioni inammissibili delle strade danno importanza solamente alle arterie principali della città lasciando quelle secondarie che le affiancano, dove il 90% dei cittadini abitano, in condizione che assomigliano veramente a greti di fiumi in secca e nel medesimo tempo, per dare un contentino a cui non crede più nessuno, rattoppano (!) le buche esistenti (che non sono poche) con ”spruzzi” di bitume che non regge neppure lo spazio di un mese e se qualche stradina è stata del tutto bitumata la priorità è stata gestita con una logica che è difficilmente comprensibile rispetto alle reali necessità delle altre.
Per non parlare di come vengono trattati i parchi pubblici, grandi e piccoli, lasciati senza la pur minima manutenzione o con interventi di facciata (fatte solo nei parchi più blasonati, naturalmente) che non servono quasi a nulla, mettendo in atto solo il ripristino degli arredi, che sono tra l’altro pericolosi per chi ci si avvicina, (panchine, parchi giochi, ecc) solo se pagati da privati che vogliono passare per mecenati o da associazioni politicamente vicine alla maggioranza comunale.
Parlando poi della sicurezza urbana riguardo alla criminalità, la prostituzione e lo spaccio della droga, bisogna fare un discorso a parte partendo da quella che è il maggior simbolo deprecabile della situazione cittadina; il quartiere di Fontivegge e zone limitrofe; simbolo, anche, della totale sconfitta della politica fino ad ora adottata!
Le Giunte del sindaco Andrea Romizi “navigano” nell’amministrazione comunale dalle elezioni amministrative del 2014 e sino da quell’epoca, in nostro amato primo cittadino, aveva dichiarato che avrebbe messo la sua faccia nell’impegno di cacciare via la criminalità che faceva da padrona in quella zona ma, dopo sei anni e mezzo da allora (siamo a dicembre del 2020), la faccia è ancora su Romizi e la criminalità a Fontivegge!
Dopo mille tentativi di sanare il problema: tutti andati a “buca”, cosa fa la Giunta ora in carica? Chiede lumi all’Università a gli affida uno studio onde far luce sulla reale situazione, chiedendo di indicarne le eventuali strategie da adottare per sanare una situazione alla quale loro non sono stati in grado di dare soluzione. Ultima spiaggia! Ma non vi pare che così facendo, la maggioranza ed in riflesso l’opposizione, hanno esplicitamente dichiarato la loro netta incapacità di risolvere il problema?
Giampiero Tamburi (Perugia: Social City)