Sono i detenuti del carcere di Rikers Island ad essere incaricati di occuparsi della "manutenzione" di Hart Island, una piccola isola abbandonata di fronte al Bronx, a New York. Da oltre 150 anni, le varie amministrazioni della città hanno utilizzato quell'isola per ospitare chiunque veniva considerato un "emarginato". 

Così, Hart Island ha ospitato prigionieri della guerra civile, è stata un ospedale psichiatrico, un sanatorio... e soprattutto un cimitero per quanti non avevano nessuno in grado di pagare le spese di una sepoltura. E quest'ultima funzione Hart Island continua a svolgerla anche adesso.

Perché parlarne? Perché le operazioni di sepoltura nell'isola, affidate ai carcerati del Rikers Correctional Center, sono aumentate dopo lo scoppio della pandemia di Covid-19: se prima richiedevano un giorno alla settimana oggi ne richiedono cinque.

Le immagini riprese da un drone (come mostra la foto in alto) testimoniano la presenza di fosse comuni che vengono progressivamente riempite con delle bare spartane impilate l'una sull'altra e poi, di volta in volta, ricoperte con la terra. 

Non sono state rilasciate dichiarazioni ufficiali in merito da parte del Comune di New York. Non si sa per certo se in quelle bare ci sono morti per Covid e persone decedute per altri motivi, né se una tale sepoltura sia da considerarsi definitiva o temporanea.

Lo scorso lunedì, il sindaco di New York, Bill de Blasio, aveva dichiarato che a causa dell'emergenza coronavirus avrebbero potuto essere necessarie "sepolture temporanee" fino a quando la crisi non sarà finita, indicando Hart Island come luogo storicamente deputato a tale utilizzo.

Negli Stati Uniti, il numero delle persone contagiate dal Sars-CoV-2 si sta progressivamente avvicinando al mezzo milione, mentre i morti sono più di 16.500, di cui 5.150 nella sola città di New York. Più di 32mila sono stati i nuovi contagiati registrati il 9 aprile in tutta la nazione, mentre il numero di vittime solo a New York cresce quotidianamente di circa 800 unità.