Giorgia Meloni, Antonio Tajani, Matteo Salvini, Maurizio Lupi, Lorenzo Cesa, Gianfranco Rotondi... oltre al presidente di regione uscente Christian Solinas e a quello presumibilmente entrante Paolo Truzzu, si sono dati appuntamento a Cagliari per la conclusione della campagna elettorale della destra per le elezioni del Consiglio regionale sardo che si terranno nel prossimo fine settimana.

Dal palco della Fiera di Cagliari i leader nazionali hanno invitato i sardi a votare per il candidato di Fratelli d'Italia, Truzzu, non portando a supporto argomenti collegati alle specificità della regione, ma riproponendo argomenti legati alle "polemiche politiche" di Roma.

"Estremisti rabbiosi che non hanno proposte e argomenti e sanno solo gettare fango sugli avversari", ha detto Giorgia Meloni che per l'occasione ha dismesso i panni da premier rispolverando la surreale veste underdog a lei tanto cara, naturalmente dimenticandosi di indicare nomi, fatti e circostanze. "A Paolo voglio dire di non preoccuparsi per il fango che hanno tentato e tenteranno di gettargli addosso. Ci siamo passati tutti, ma io penso che sia sempre una buona notizia. Dimostra il nervosismo di partiti senza più un'identità, senza proposte da fare, senza risposte da dare e senza più la gestione del potere che lungamente li ha tenuti in piedi.  ...Noi del centrodestra non stiamo insieme per costrizione, stiamo insieme da trent'anni. E non veniamo in Sardegna a fare l'esperimento del Campo largo. Ma che è? Largo rispetto a un campo da calcio? I sardi non meritano di essere cavie di un esperimento per mettere insieme gente che a Roma manco si guarda e qui in Sardegna fa finta di volersi bene. Lo abbiamo già visto il Campo largo: quando metti insieme chi non ha visione comune e a malapena si sopporta, i risultati sono quelli del Conte 2".

Sulla stessa linea anche il candidato alla presidenza della regione, Truzzu, che ha attaccato la coalizione guidata dalla pentastellata Alessandra Todde, che vede alleati Pd e M5S, ripetendo le argomentazioni di Meloni su quello che il centrodestra indica come un progetto politico destinato al fallimento:

"Pd e M5s vogliono fare in Sardegna un esperimento: testare le possibilità di consenso del Campo largo per poi estendere il modello a livello nazionale. È un'operazione che non ha niente a che fare con i bisogni e le esigenze della nostra regione. Ma noi gli impediremo di fare della Sardegna una cavia".

Sulla stessa lunghezza d'onda anche le parole di Tajani...

"Mi dispiace per la sinistra, ma noi, al contrario di loro, andiamo, d'amore e d'accordo e lavoriamo insieme per vincere le elezioni in Sardegna, nel resto d'Italia e anche in Europa. Si mettano l'anima in pace".

e quelli di Salvini...

"Noi ai sardi abbiamo dato con Solinas (Lega) e daremo con Truzzu concrete prospettive di lavoro. Nell'altro campo ci sono quelli del reddito di cittadinanza, quelli che ti pagano per stare a casa a non far niente".

E a proposito di Salvini, come non sottolineare la sua vicinanza, anche culturale, con il popolo sardo, quando durante il suo comizio ha attaccato le donne musulmane annunciando di voler impedire che nelle strade della Sardegna le donne debbano andare in giro con il velo in testa, non sapendo che per tradizione le donne sarde da sempre indossano "sa fardetta" o " su mucadore", qualcosa di simile al velo delle donne arabe.