Papa, Vescovi e cardinali dovrebbero dare tutti le dimissioni. Forse il popolo di Cristo dovrebbe governare la Chiesa con il servizio dei preti sposati
A chiedere le dimissioni dei vertici della Chiesa, il Movimento Internazionale dei sacerdoti sposati.
Ieri sera, durante la preghiera che ha concluso la prima giornata di lavori dell’incontro su “La protezione dei minori in Vaticano”, i 190 partecipanti hanno ascoltato la testimonianza di un giovane proveniente dall’Asia, che ha scelto la forma di una poesia – dal titolo “Il ponte che fece la differenza” – per raccontare, in terza persona, la sua storia di bambino ripetutamente violato, tolto a 5 anni da “un ambiente felice e sano”, la sua famiglia, “per una ragione giusta”: “La ricerca di una buona formazione cattolica”.
“A soli cinque anni, in un mondo sconosciuto, entrò pieno di innocenza e paure in classi che gli erano nuove”, ha raccontato il giovane in forma poetica: “Gli mancava casa e qui cercava amici e custodi che gli facessero da genitori. Questa sostituzione gli fu fatale perché per lui che era giovane i loro desideri erano strani. Spogliato della sua innocenza ancora e ancora, abbandonato al proprio destino in questo mondo adulto, non trovò speranza e divenne solitario. Con il passare degli anni lo aveva fatto a pezzi. Ma non poteva dirlo a nessuno, per paura del disonore e della vergogna”.
Finché “una volta si mise a riflettere da un ponte, e si chiese: ‘Come cambiare questo percorso in discesa, cambiare l’ordine delle cose’? Non ci fu mai una risposta. Niente nella sua vita era rimasto intatto. Tutto era macchiato. Dio c’era mai stato? Perché Lui sarebbe l’unico a sapere tutto”. Ma poi, inaspettatamente, quello stesso ponte diventa un’ancora di salvezza: “Il ponte che contemplava gli mostra la strada, una strada che era diversa e questo diede frutti, quando stranamente sentì nel suo cuore rumoroso e tormentato una voce che chiedeva un cambiamento.
Un viaggio che iniziò per realizzare quanto la voce gli aveva detto. Un cammino di perdono, un cammino di riconciliazione, un cammino per accettare la vita com’era, piena di ferite, dolore e desolazione”.
Dalla sua storia, un appello al mondo: “Chi si assumerà la responsabilità di vite spezzate? Restituite quanto è andato perso! Mostrate che vi importa! Perché tutto ciò che fate riscatterà le molte urla silenziose che attendono il giorno della salvezza”.
Fonte Agensir