La decisione dell'amministrazione Trump, annunciata lunedì, di chiudere l'ufficio di rappresentanza dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) a Washington è, ovviamente, stata giudicata negativamente da parte dei palestinesi, che la hanno paragonata ad una dichiarazione di guerra sugli sforzi per portare la pace nella regione, oltre ad essere un palese via libera per gli occupanti israeliani per
continuare nella loro politica di apartheid.
Ma il perché di questa scelta da parte degli Usa è spiegato, neppure tanto tra le righe, dal fatto che in essa vi è incluso anche un avvertimento alla Corte Penale Internazionale (CPI) dell'Aja di pesanti conseguenze, nel caso dovesse accogliere le richieste palestinesi di portare in giudizio responsabili politici e militari israeliani per crimini di guerra.
La decisione di Trump si accompagna al taglio dei fondi Usa ai finanziamenti destinati a scopi umanitari alla popolazione palestinese, sia ai rifugiati che ai residenti nei territori occupati. È di pochi giorni fa la notizia anche del taglio di 20 milioni di dollari destinati a finanziare degli ospedali a Gerusalemme Est.
Anche in risposta a quanto voluto da Trump, martedì il segretario generale del Comitato esecutivo dell'OLP, Saeb Erekat, ha dichiarato che la Palestina presenterà alla Corte Penale Internazionale dell'Aja il caso del villaggio di Khan Al-Ahmad, situato in Cisgiordania, nelle vicinanze di Gerusalemme.
Israele ha deciso di demolire il villaggio beduino, allontanandone le famiglie palestinesi, per espandere l'insediamento israeliano di Ma'aleh Adummim.
Dr. Erekat: a submission on the case of #KhanAlAhmar was delivered to the #InternationalCriminalCourt this morning urging Madam Bensouda to meet with the council of Khan Al-Ahmar... and we hope that an official judicial investigation can be opened as soon as possible. #Palestine pic.twitter.com/hJNo9lAJMH
— Palestine PLO-NAD (@nadplo) September 11, 2018
Infine, una buona notizia. I l Governo italiano, lunedì, ha approvato un finanziamento aggiuntivo di 3,5 milioni di euro per i programmi UNRWA da realizzare in Libano e nella Striscia di Gaza, come ha reso noto un comunicato stampa del consolato italiano a Gerusalemme.
I soldi stanziati si aggiungono agli sforzi finanziari fatti dall'Italia a beneficio dell'UNRWA, per un totale di 14 milioni di dollari nel 2017, portando il nostro paese ad essere il 14° tra coloro che finanziano l'agenzia che fornisce servizi di base a oltre 5 milioni di rifugiati palestinesi.
Il contributo aggiuntivo offerto dall'Italia è arrivato dopo che gli Stati Uniti hanno deciso di interrompere il finanziamento annuo all'UNRWA di 360 milioni di dollari, come strumento di pressione perché i palestinesi accettino i termini di un accordo di pace definito da Usa e Israele.