Di Maio è andato in Cina per presentare a "Ping" come evolveranno innovazione e commercio nel nostro Paese
Il vicepremier Di Maio, lunedì ha postato su Facebook il resoconto della sua partecipazione, in Cina, al Trade and Innovation Forum che si è svolto a Shanghai, dove ha avuto "il piacere di presentare le idee che il governo ha, su come devono evolvere innovazione e commercio nel nostro Paese."
Luigi di Maio, oltre al video del suo intervento, ne ha postato anche la trascrizione. Questo è l'inizio...
«Signore e signori, grazie per essere qui, è per me un onore poter parlare qui alla vostra presenza. Questa è la seconda volta nel giro di pochi mesi in cui vengo in Cina, questo perché il nuovo governo italiano ritiene che la Cina sia un partner fondamentale. Ho ascoltato con molta attenzione il discorso del presidente Xi Jinping questa mattina e le sue parole parlano di un progetto di sviluppo di cui noi vogliamo essere protagonisti...»
Ma in realtà come dimostra lo stesso video da lui postato, Di Maio ha detto altro...
Di Maio, che purtroppo non rappresentava se stesso ma il nostro Paese, nel suo discorso prima e nella successiva conferenza stampa, ha chiamato "Ping" il presidente cinese Xi Jinping, facendo tra l'altro, due errori in uno, perché Jinping è il nome e non il cognome... che invece è Xi. In mandarino si usa così.
Ma forse, Di Maio voleva richiamarsi al Ping, Gran Cancelliere della Turandot di Puccini, sempre accompagnato dal Gran Provveditore Pang e dal Gran Cuciniere Pong... ma è impossibile dirlo, oltre che difficilmente crederlo.
Infatti, Di Maio, come direbbe lui, è semplicemente uno "scappato di casa", senz'arte né parte, senza un minimo di esperienza e senza un minimo di cultura, senza avere una qualche cognizione di storia o di geografia, oltre che di lingua italiana... e ad uno così che cosa gli vuoi far fare se non il vicepremier e il ministro del Lavoro e dello Sviluppo?
È il minimo, perbacco!