E’ una vera e propria lezione di vita il racconto ad opera di Silvano Adami, autore di Firenze, dal titolo “Gli Angeli di Sottilmonte”, edito da Aletti. Siamo all’indomani di un forte terremoto che ha colpito una città indefinita non molto lontana dal borgo di Sottilmonte, dove una famiglia - composta dai genitori e i tre figli che si sono salvati, nonostante il crollo della casa in cui abitavano - fugge e trova accoglienza. Mamma, papà e quattro figli gli spalancano le porte della loro casa ma, soprattutto, aprono il loro cuore, che non cesserà di essere generoso e amorevole anche dinanzi ad un atteggiamento ostile, arrogante e poco riconoscente. Inizialmente, non sarà facile far capire il ruolo di angeli svolto da queste persone semplici, ma tanto propense a soccorrere i propri simili e disposti anche a rinunciare ad alcune comodità per dare una mano ai fratelli colpiti da sventure. 

Si tratta di un libro che diventa audio con la voce narrante di Alessandro Quasimodo, autore, poeta e regista, figlio del Premio Nobel Salvatore Quasimodo, che ne ha firmato anche la Prefazione. «Il messaggio evangelico di amore verso il prossimo è calato nella realtà contemporanea, caratterizzata da predilezione verso il mondo virtuale, come i frequenti malumori quando manca la connessione internet; perdendo di vista i valori fondamentali, si rischia di diventare superficiali, incapaci di analizzare stati d’animo e di instaurare rapporti profondi di amicizia».

Lo svolgimento della trama è un continuo poggiare lo sguardo sull’altro, sui dettagli, sulla psiche dei personaggi descritti con cura e la narrazione fluisce con linearità e in maniera avvincente. «L’audiolibro - spiega l’autore, che vive a Firenze - ha il pregio di raggiungere anche persone che sono abbastanza pigre per prendere un libro cartaceo e sfogliarlo, inoltre, se chi lo legge sa interpretare bene lo spirito di chi lo ha scritto assume una valenza certamente migliore». 

I valori di condivisione, generosità, rispetto e Amore (quello con la lettera maiuscola) emergono pagina dopo pagina, contro ogni tipo di violenza, sopraffazione e discriminazione. «Quello che scrivo è sempre frutto della mia fantasia ma, in molti casi, potrebbe anche rappresentare qualcosa di reale, come nel racconto di cui stiamo parlando: luoghi e persone sono frutto di fantasia ma la situazione in cui si ritrovano potrebbe trovare riscontro nella realtà. La storia - racconta Silvano Adami - è nata quasi come un sogno durante il dormiveglia di una notte di estate con il caldo che mi faceva dormire male. Al risveglio, ciò che avevo sognato mi è rimasto nella mente e ho cominciato a scrivere, e da quel piccolo embrione è nato, pagina per pagina, il racconto; nello stesso modo sono nate le mie poesie, gli altri racconti e i due libri che ho pubblicato».

L’opera è un inno alla vita nel suo significato più profondo, che l’autore vuole trasmettere senza limiti e pregiudizi, ma soprattutto con un amore incondizionato che rispetta l’altro e non giudica mai dalle apparenze. «Per avere una società libera e pacifica dobbiamo allontanare da noi odio, violenza, discriminazione, razzismo ma considerarci tutti fratelli pur nella diversità delle nostre idee, convinzioni, religione o razza».