In barba a qualsiasi evidenza, nel pieno rispetto delle regole teatrali, in osservanza della più banale e trita ipocrisia, il 26 agosto, al Viminale, è "andata in scena" la rappresentazione dell'incontro tra il ministro dell'Interno Marco Minnniti e i sindaci delle comunità libiche.

Quali fossero i sindaci libici il ministero dell'Interno ha preferito non renderlo noto, in compenso all'incontro hanno partecipato il presidente dell'Anci, il Segretario Generale della Farnesina, l'ambasciatore italiano a Tripoli, rappresentanti della Commissione Europea ed anche il ministro dell'Interno della Libia... tanto per esser sicuri che un numero minimo di persone fosse garantito per giustificare la giornata di vacanza andata perduta.

Al termine dell'incontro è stata approvata addirittura anche la seguente dichiarazione congiunta:

«Nello spirito dell’accordo bilaterale del 2 febbraio 2017, e costruendo su quanto deciso nell’incontro a cui hanno preso parte 14 sindaci libici lo scorso 13 luglio a Tripoli, Italia e Libia rinnovano il loro impegno a sviluppare una relazione speciale per fornire alle comunità locali più duramente colpite dall’immigrazione illegale, dal traffico di esseri umani e dal contrabbando, alternative di crescita e sviluppo.

I giovani di quelle aree e di tutta la Libia meritano un futuro di speranza e libertà dalle minacce poste dalle organizzazioni criminali contro le loro regioni.

Rinnoviamo la nostra ferma opposizione al traffico di esseri umani e ad ogni traffico illegale, e ci impegniamo a lottare con la massima determinazione contro i responsabili.

I trafficanti sono un nemico comune. Essi non hanno posto in una Libia governata dalla Legge e dal principio del rispetto dei diritti umani, e ricca di opportunità economiche.

La Libia guarda con aspettativa al tempestivo sostegno dell’Italia e dell’Unione Europea ai progetti già proposti e che saranno proposti in futuro, finalizzati al miglioramento delle condizioni di chi vive nelle aree colpite dai traffici illegali.

L’Italia continuerà a sostenere il Consiglio Presidenziale del Governo di Accordo Nazionale, quale partner principale in questo sforzo, nel momento in cui esso estende la propria autorità sul territorio libico e protegge le proprie frontiere».

Eliminata l'ipocrisia istituzionale, una volta interpretato, nel documento ci viene detto che il governo libico con cui l'Italia ha stipulato un "accordo anti migranti" fa quel che può nel mantenere il controllo sull'attuale territorio. Nel caso riesca ad estendere la propria autorità ad altre aree, l'Italia (con il supporto dell'Ue) offrirà anche a quei nuovi comuni dei soldi da offrire ai residenti libici per sviluppare delle attività che siano alternative dal trasbordare i migranti provenienti dal sud dell'Africa in mezzo al Mediterraneo nella speranza che qualcuno li possa recuperare.

Per quanto riguarda le condizioni di vita dei migranti nei centri di detenzione libica, nell'incontro organizzato dal ministro dell'Interno Marco Minniti, la cui storia - come direbbe lui, anche se nessuno ha mai capito che cosa volesse dire - non è in discussione, non se ne è parlato... nemmeno per sbaglio!