Un rapporto riservato inviato dall'Alta Rappresentante per la Politica estera dell'Unione Europea, Kaja Kallas, ai ministri degli Esteri dei Paesi membri, mette Israele sotto una luce durissima (fonte Askanews). Il documento, redatto dall'Ufficio del Rappresentante Speciale dell'Ue per i Diritti Umani su richiesta della stessa Kallas, raccoglie valutazioni di istituzioni internazionali indipendenti e avanza gravi preoccupazioni circa possibili (!!!) violazioni da parte dello Stato ebraico dell'articolo 2 dell'Accordo di Associazione UE-Israele, che vincola le parti al rispetto dei diritti umani e dei principi democratici.
Il cuore della questione - come accennato - è l'Articolo 2 dell'Accordo, che definisce il rispetto dei diritti umani come "elemento essenziale" per i rapporti bilaterali. Il rapporto evidenzia una serie di episodi e pratiche adottate da Israele, soprattutto nei territori palestinesi occupati, che sembrerebbero (!!!) violare tali obblighi. Gli eventi recenti, in particolare l'offensiva militare a Gaza e le restrizioni imposte in Cisgiordania, sono al centro della valutazione.
A seguito dell'attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, Israele ha risposto con una massiccia campagna militare nella Striscia di Gaza. Il rapporto denuncia l'uso di armi ad ampio raggio in zone densamente popolate, il blocco totale degli aiuti umanitari per oltre due mesi nel 2025 e il lancio di una nuova offensiva militare il 18 marzo, che ha causato enormi danni alle infrastrutture civili e migliaia di sfollati.
Inoltre, il meccanismo militarizzato di distribuzione degli aiuti, messo in atto dalla famigerata Gaza Humanitarian Foundation, ha sollevato forti critiche da parte delle Nazioni Unite per la violazione dei principi umanitari fondamentali. Sono stati segnalati episodi ricorrenti di sparatorie contro civili in cerca di cibo, con conseguenti morti di massa.
Il documento denuncia un vero e proprio "modello" di attacchi israeliani contro strutture mediche. Ospedali assediati, colpiti da bombardamenti, invasi da raid armati e con personale sanitario detenuto arbitrariamente. L'OHCHR parla apertamente di "attacchi sistematici" e di violazioni delle norme che proteggono le strutture sanitarie in zona di guerra.
La situazione in Cisgiordania non appare migliore. Il rapporto evidenzia un aumento della violenza da parte dei coloni, uso eccessivo della forza da parte delle autorità israeliane, arresti arbitrari, maltrattamenti, e un'espansione continua degli insediamenti. La Corte Internazionale di Giustizia ha elencato sei tipi di violazioni legate a questi insediamenti, tra cui la confisca di terre, i trasferimenti forzati e lo sfruttamento delle risorse locali.
In particolare, la Corte ha rilevato elementi di segregazione razziale e apartheid, denunciando un sistema di discriminazione sistemica ai danni della popolazione palestinese.
Il bilancio sui civili è pesantissimo. I bambini sono stati tra le vittime più numerose, molti uccisi o mutilati. I giornalisti palestinesi sono stati presi di mira, spesso uccisi in circostanze che lasciano supporre attacchi diretti. Le interruzioni delle comunicazioni, pur potenzialmente giustificabili come obiettivo militare, sono avvenute senza rispettare i principi di proporzionalità e precauzione.
Il sistema carcerario israeliano è accusato di gravissime violazioni. Detenzioni senza processo, torture, trattamenti degradanti e inumani, mancata comunicazione alle famiglie e rischio di sparizioni forzate. Migliaia di palestinesi – inclusi bambini, donne e anziani – sono stati arrestati e detenuti in condizioni disumane. A peggiorare il quadro, Israele avrebbe negato l'accesso agli organismi investigativi internazionali incaricati dalle Nazioni Unite.
Il documento non include giudizi di valore da parte dell'Ue, ma fornisce un quadro devastante basato su fatti e testimonianze verificate.
Il 23 giugno, i ministri degli Esteri europei dovranno decidere come reagire. Queste le opzioni sul tavolo: la sospensione dell'Accordo di Associazione, l'imposizione di sanzioni, o un semplice avvertimento formale.
Ma una cosa è chiara: il livello delle presunte violazioni, se confermato, mette in discussione la credibilità stessa dell'Unione Europea se non agirà in linea con i propri principi fondativi. L'Ue si trova così davanti a un bivio politico e morale. Continuare a trattare Israele come partner privilegiato, nonostante le accuse gravi e documentate, equivarrebbe a una clamorosa smentita del suo stesso impegno per i diritti umani. Dall'esito del Consiglio del 23 giugno si capirà se Bruxelles intende ancora dare un peso concreto ai valori che proclama o se ne farà carta straccia.
Sabato pomeriggio tre palestinesi sono stati uccisi e molti altri sono rimasti feriti negli attacchi aerei israeliani contro i civili sfollati nel sud di Gaza, secondo fonti locali.
Un attacco di droni israeliani ha colpito una tenda che ospitava gli sfollati della famiglia Shurrab nella zona di Al-Mawasi, a ovest di Khan Younis, causando la morte di tre persone. La tenda si trovava in un'area precedentemente designata come "zona sicura" per i civili in fuga dall'aggressione israeliana in corso. In un altro attacco, le forze israeliane hanno bombardato un'abitazione della famiglia Ziyara vicino all'incrocio di Al-Sanafour, nel quartiere di Al-Tuffah, a est di Gaza City. L'attacco ha causato diversi feriti tra i civili, sebbene il numero esatto e la gravità delle ferite rimangano poco chiari.
L'aggressione israeliana in corso a Gaza dall'ottobre 2023 ha causato finora almeno 55.908 vittime palestinesi documentate e oltre 131.138 feriti. Inoltre migliaia di vittime sono rimaste intrappolate sotto le macerie, inaccessibili alle squadre di emergenza e di protezione civile a causa degli attacchi israeliani.
Gli attacchi genocidari dello stato ebraico continuano incessantemente nonostante le richieste del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di un cessate il fuoco immediato e le direttive della Corte internazionale di giustizia che sollecitano misure per prevenire il genocidio e alleviare la terribile situazione umanitaria a Gaza. (fonte Agenzia WAFA)