Cronaca

Ecco perché non c'è relazione tra la presenza in mare delle navi delle Ong e le partenze dei migranti dalla Libia

«Da quindici giorni, da quando non ci sono più navi delle Ong davanti alle coste libiche, sapete quanti barconi sono partiti? ZERO! Che caso, che coincidenza.»

Questa la logica che supporta la stucchevole propaganda di Matteo Salvini, ripetuta giornalmente e ritenuta credibile dai suoi ferocissimi sostenitori.

Ferocissimi, non a caso, visto come commentano sui social la dichiarazione sopra riportata.

Matteo Dibitonto: "Matteo affondale quelle bagnarole, così diamo le case popolari ai pesci che ne hanno bisogno.. poverini a loro chi ci pensa."Andrea De Luca: "Un deterrente che bisognava applicare già anni fa, per evitare che della gentaglia si approfittasse di questo business a discapito di vite umane. Adesso avanti fino ad annullare il fenomeno investendo nelle relazioni con i governanti dall'altra parte. Anche se per fare questo bisogna prima cambiare l'establishment europeo alle prossime elezioni."Giuliano Noli: "Hai le palle sane Matteo. Non fare un passo indietro! Sei solo una persona realista ed operosa che ha scelto di non fare il pagliaccio nella politica ma di fare il Ministro che ha cura dei confini di madre patria."Calo Valera: "Questo e chiaro ONG colluse e complici dei scafisti , appena sanno che queste imbarcazioni sono nei mari in attesa, salpano con barchini barconi e gommoni dalla libia per farsi venire a recuperare , solo i buonisti di turno fanno finta di non capire. Blocco totale delle ONG problema morti in mare ed immigrazione clandestina risolto."



Quelli sopra riportati sono solo alcuni esempi scelti a caso, e neppure tra i peggiori, tra i commenti di molti utenti che credono a ciò che viene loro detto dal ministro dell'Interno, senza però pretendere che alla presunta conseguenza logica vi sia una seppur minima prova che la possa supportare.

Prima di tutto, Salvini e i suoi sostenitori dovrebbero rispondere ad alcune semplici domande.

Perché degli spregiudicati trafficanti di esseri umani, dopo esser già stati pagati, dovrebbero far partire delle barche solo se sicuri che chi è a bordo possa poi essere salvato dalla nave di una Ong?

È evidente che i trafficanti non hanno certo a cuore il destino di coloro che vengono stipati su di un gommone o su di un barcone fatiscente. Quindi perché dovrebbero preoccuparsi se quelle persone possano essere salvate o meno?

Da questa semplice riflessione il salviniano più convinto non si lascerà però scoraggiare. Infatti, replicherà soddisfatto che le Ong sono in combutta con gli scafisti (ovviamente in un traffico in cui sono coinvolti Soros, il Papa e chissà quant'altri) e che sono qelle a non far partire i migranti perché non potrebbero così aumentare la filiera dell'accoglienza ed i relativi guadagni.

È logico pensare una cosa del genere? No. Per due motivi. Il primo è rappresentato dal fatto che le Ong non sempre riescono a soccorrere direttamente i migranti nel Mediterraneo. Quindi, se le Ong fossero responsabili del traffico sarebbero alquanto sprovvedute, perché opererebbero senza avere l'assoluta certezza di recuperare quella che, inevitabilmente, da loro verrebbe considerata una pura e semplice merce.

Inoltre, a rendere ancor più assurda e ridicola questa ipotesi è il fatto che ben quattro inchieste della magistratura italiana finora non siano ancora riuscite a provare tale congettura.

Bene. Stabilito che la dichiarazione di Salvini che mira a collegare le traversate in mare dei migranti non ha alcuna relazione con la presenza o meno delle navi delle Ong nel Mediterraneo, vediamo di capire se ci sono altre spiegazioni.

Basta andare a vedere le notizie di qualche mese fa per averne la conferma. Ad agosto 2017, il Post riportava un'inchiesta dell'Associated Press, definita molto accurata, in cui si ipotizzava che "per fermare il flusso di migranti dal Nord Africa il governo italiano abbia stretto degli accordi con due potenti milizie libiche che solo qualche tempo fa erano direttamente coinvolte nello stesso traffico." ....

"Le due milizie di cui parla Associated Press si chiamano Martire Abu Anas al Dabbashi e Brigata 48 ed entrambe hanno la sede a Sabratha, una piccola città non distante da Tripoli che negli ultimi mesi è diventata il principale punto di partenza dei barconi e gommoni dei migranti.

La prima milizia è sicuramente nota ai funzionari italiani: dal 2015 si occupa della sicurezza dell’impianto di Eni per l’estrazione di petrolio nel vicino paese di Mellita. La seconda è stata oggetto di un’inchiesta di Reuters pubblicata il 21 agosto, che descriveva l’efficacia della campagna anti-trafficanti in corso a Sabratha. I capi delle milizie sono due fratelli che provengono dal clan che controlla la città, quello dei Dabbashi."

Il tutto sarebbe stato organizzato dal ministro Minniti che, da una parte avrebbe operato per diminuire o bloccare la presenza delle Ong nel Mediterraneo, dall'altra avrebbe pagato le milizie per fermare le partenze, facendo così credere che vi fosse una relazione tra i due eventi. I contenuti dell'inchiesta finita in un'interrogazione parlamentare sono stati naturalmente smentiti dall'allora Governo Gentiloni, tramite il ministero degli Esteri.

Che cosa ebbero a dire al riguardo, qualche giorno dopo, Salvini e Di Maio? Queste le parole, riprese da Il Fatto Quotidiano: "Credo di più a mago Merlino che ad Alfano, ha commentato il leader della Lega Matteo Salvini, ospite a Cernobbio del Forum Ambrosetti, convinto del rischio che l’operazione del governo italiano che attraverso l’accordo con il governo di Tripoli vanta la riduzione degli sbarchi, l’86% ad agosto rispetto allo stesso mese del 2016. A Salvini fa eco Luigi Di Maio del M5s, che sulle accuse all’Italia chiede un chiarimento al governo Gentiloni."

Adesso, Salvini e Di Maio hanno cambiato idea. È necessario aggiungere altro?

Autore Giuseppe Ballerini
Categoria Cronaca
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