Oggi, a Malta si svolge la riunione informale dei capi di Stato e di governo dell'UE. Tema centrale dell'incontro, presieduto da Donald Tusk, la cooperazione con la Libia e  altre misure volte a contenere il flusso dei migranti lungo la rotta del Mediterraneo centrale verso l'UE.

L'Europa, in breve, vuole replicare in buona parte l'accordo messo in atto con la Turchia. Così, la Libia farà da stato cuscinetto per l'Europa, da un lato impedendo ai migranti di imbarcarsi verso l'Italia, dall'altro rispedendoli nei paesi d'origine. Alla Libia verrebbero concessi finanziamenti per istruire e adeguare la propria guardia costiera a tale scopo, oltre a quelli necessari a mettere in atto espulsioni e rimpatri.

Raccontata così, la notizia sembra l'uovo di Colombo, ma la realtà è ben diversa. Infatti, bisognerebbe ricordarsi che la Libia è praticamente spaccata in due e sebbene un governo sia ufficialmente riconosciuto dall'Europa, questo rappresenta solo metà del territorio. Inoltre, le garanzie di coloro che hanno pieno diritto ad essere considerati rifugiati come verranno rispettate e con quale sicurezza? Per non parlare del contrasto ai viaggi via mare che finora sono stati supportati, se non organizzati, proprio dalle stesse forze di polizia libiche. E che dire dei centri di detenzione libici in cui i migranti sono stati sottoposti ad ogni sorta di brutalità?

Mentre i capi di stato e di governo europei discutono aggrappandosi alle loro ipocrisie, l'Unicef riassume i dati più recenti del traffico dei migranti nel Mediterraneo.

Fra novembre 2016 e la fine di gennaio 2017, almeno 1.354 migranti e rifugiati sono annegati. La maggior parte di queste morti si è verificata lungo la pericolosa rotta marittima del Mediterraneo Centrale, fra la Libia e l’Italia, dove si sono registrate 1.191 morti (UNHCR e IOM). Questo numero è di circa 13 volte maggiore rispetto a quello riportato lungo questa rotta durante lo stesso periodo nel 2015-2016.

Nel corso di questa settimana mercoledì, l’UNICEF e il suo partner Intersos hanno preso parte al salvataggio di 754 persone, tra cui 148 bambini non accompagnati. Nei giorni precedenti, la Guardia Costiera italiana ha salvato 285 bambini.

Per Human Rights Watch, l’Unione europea e i suoi stati membri devono far sì che qualunque tipo di cooperazione in ambito migratorio con la Libia e altri Paesi nordafricani metta le vite, i diritti e la dignità dei migranti al primo posto.

Ma sarà veramente così? In base ad indiscrezioni da parte di alcuni organi di stampa, si ipotizza che a Malta venga deciso di respingere in Libia i migranti africani già presenti in Europa. Da lì, i migranti verrebbero successivamente rimandati nei paesi d'origine.

Secondo quanto dichiarato da Judith Sunderland, direttore associato per Europa e Asia centrale a Human Rights Watch, «i leader dell’Ue possono aspirare a una Libia stabile, sicura, con uno stato di diritto in grado di controllare i suoi confini nel rispetto dei diritti delle persone, ma per ora il sistema d’asilo è inesistente e la situazione dei migranti è un affronto alla più basilare umanità. L’Ue non può abdicare alle proprie responsabilità a suon di denaro e programmi di addestramento.»

 

I risultati del vertice informale hanno confermato le anticipazioni già espresse in precedenza nell'articolo. Nella sostanza, l'Europa appoggia il piano di accordo siglato il 2 febbraio dall'Italia con la parte di Libia rappresentata dal governo di Fayez al Serraj. L'Europa si limiterà a finanziare il piano. 

In base a tale accordo, la Libia predisporrà dei campi di accoglienza nei propri confini  per "ospitare" i migranti in attesa che vengano rimpatriati nei Paesi d'origine,  "lavorando" al tempo stesso affinché questi Paesi accettino di riprenderseli.

Inoltre sono previsti programmi di addestramento dei libici da parte dell'Italia per il contrasto al traffico dei migranti sia via mare che via terra. E per essere tranquilli con la propria coscienza, gli italiani contribuiranno anche  anche a fornire medicinali e attrezzature per creare e "potenziare" dei presidi sanitari nei centri di accoglienza libici, compresa la formazione di personale libico.

L'apporto dei paesi europei alla discussione odierna è stato quello di approvare all'unanimità e con grande soddisfazione l'accordo tra Libia e Italia, con la promessa di mettere i soldi per finanziarne l'applicazione.

Che cosa accadrà ai migranti, se saranno garantiti i loro diritti, se saranno salvaguardate le loro vite, se verranno distinti e come i profughi dai migranti per motivi economici questo non è dato sapere. In fondo, sono dettagli di scarsa importanza. Niente che possa oscurare, anche minimamente, la soddisfazione e l'orgoglio di Gentiloni per veder approvato in toto dall'Europa il piano italiano relativo all'accoro con la Libia.