Nel 2018, insieme al suo ex amico Di Battista, Luigi Di Maio arringava la folla annunciando che di lì a poco avrebbe avviato la procedura per la messa in stato di accusa del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Adesso ecco quello che ha scritto per la sua rielezione:
"Grazie Presidente Mattarella. Ripartiamo dalla sua disponibilità, dal suo valore, dal suo instancabile lavoro. Ora continuiamo a impegnarci tutti per il Paese, con serietà e senso di responsabilità. La nostra bussola è l'amore per l'Italia, per l'Italia che vuole stabilità e rilancio. Da oggi stesso riprendiamo la strada maestra, quella che porta alla piena ripartenza".
Il responsabile Di Maio ha già trovato un posto per la prossima legislatura, insieme ad alcuni suoi bivaccatori di fiducia che stazionano tra Camera e Senato. Così, da saltafossi e bibitaro è adesso diventato un lungimirante statista... bastava solo cercare di fare lo sgambetto a Conte!
Uno sgambetto che sui social è stato commentato e riassunto con ironia e insulti negli hashtag #DiMaioOut e #DiMaiOut che vanno avanti da un paio di giorni e che hanno fatto venire allo scoperto i suoi nuovi padroni di casa, quelli da cui in futuro Giggino Di Maio verrà ospitato.
Ecco così l'indignazione di Renato Brunetta (Forza Italia):
Solidarietà a @luigidimaio. Il nostro ministro degli Esteri ha ben altro da fare che occuparsi (e preoccuparsi) di hashtag e tweetbombing. Il Governo è al lavoro per cambiare l'Italia.
— Renato Brunetta (@renatobrunetta) January 31, 2022
Quella del renziano mascherato da dem, Andrea Marcucci:
Gli attacchi a Luigi #DiMaio lasciano sconcertati per la loro gratuità. La mia totale solidarietà al ministro degli Esteri, vittima di una campagna politica sconsiderata.
— Andrea Marcucci (@AndreaMarcucci) January 31, 2022
Ed infine, quella di Italia Viva:
Vedere i social e il dibattito politico inquinati dall’odio ad personam è doloroso. Lo sappiamo bene avendolo, subito per mano di Lega e M5S per anni. Ma lo pensiamo anche quando le vittime sono gli altri. Solidarietà al ministro @luigidimaio. Questo clima non fa bene a nessuno.
— Marco Di Maio 🇪🇺🇮🇹 (@marcodimaio) January 31, 2022
Un'apoteosi di solidarietà per "Giggino", che comunque non ha apprezzato che qualcuno potesse oscurare la sua immagine di statista accorto e lungimirante.
Così i suoi sodali hanno dichiarato all'Adnkronos che la campagna social contro Di Maio sarebbe un attacco organizzato via bot... ma senza indicarne il mandante.
Una cosa indegna per il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano che, a sprezzo del ridicolo, aggiunge:
"Questa ripugnante caccia all'uomo verso Luigi Di Maio deve finire e non è degna dei nostri valori".
Di Stefano, evidentemente, deve aver riassunto l'indignazione degli iscritti al Movimento come quella di un fagiano che, scocciatosi di esser preso di mira, decida di imbracciare il fucile e sparare al cacciatore: inconcepibile, perché fuori ruolo, dato che nelle istruzioni ricevute da Renzi questo non c'era scritto!
Inutile poi sottolineare l'aspetto dei valori... sarebbe come sparare sulla Croce Rossa.