Il messaggio del presidente di Consorzio Firenze Albergo nell'intervista concessa a Intruder. Basta immobilismo: "le aziende, tutte, chiedono di lavorare. Perché lavorare è vivere e di questo abbiamo più che mai bisogno! C'è bisogno di ripartire per darci un segnale positivo. Noi siamo pronti, Firenze è pronta. Vi aspettiamo in piena sicurezza!"

L'allarme degli albergatori italiani arriva dai principali osservatori del Mercato del Turismo, quei poli turistici rappresentati dalle maggiori città italiane d'arte, cultura e storia in cui operano le piccole e grandi aziende del Turismo italiano. A fine gennaio tutta la filiera turistica italiana era già concorde nell'affermare irrealizzabile l'opinione per cui il Turismo sarebbe ripartito con l'arrivo della primavera e della bella stagione. Attualmente a Roma oltre il 90% degli alberghi è chiuso e si stima che un albergo su quattro non riuscirà a ripartire; a Firenze ad oggi l'85% delle strutture alberghiere è chiuso e il 15% lavora senza soluzione di continuità.

Tra le dismissioni ci sono quelle degli alberghi che non riaprono dal marzo 2020 e tra questi molte sono piccole strutture la cui volatilità non avrebbe permesso di gestire le perdite d'esercizio causate da bollette comunque emesse a consumo zero e dalle assicurazioni. Alcune delle dismissioni registrate tra Roma e Firenze però riguardano anche grandi catene con alberghi di 300 stanze. Tra le cause:

  • inadeguatezza dei ristori anche solo per la copertura delle bollette a consumo zero;
  • ritardi nell'erogazione della cassa integrazione che ha costretto molte aziende a coprire di fatto l'ammortizzatore sociale che avrebbe dovuto essere di competenza del governo;
  • l'inutilità di aiuti come il bonus vacanze, strumento che agendo sul credito d'imposta è vincolato al fatturato della struttura erogante, così come le difficoltà riscontrate per l'incasso del credito;
  • l'erogazione di finanziamenti, aiuti, bandi, tutti presupponenti la partecipazione delle aziende al 50%, cosa improponibile allo stato attuale, per un settore che veniva già da alcuni anni di crisi e che non è in grado di esporsi in un periodo di totale incertezza: "Andare in un hotel presuppone un viaggio. Presuppone il poter programmare quando andare e che cosa fare. Questo non è ancora possibile con le Regioni che cambiano di colore ogni settimana e con servizi che oggi ci sono e domani saranno chiusi." - sottolinea il presidente di Consorzio Firenze Albergo ,Giovanpaolo Innocenti - "Se tutto va bene riprenderemo qualche fetta di mercato tra il 2022 e il 2023".

Gli operatori di settore accusano un immobilismo non più sostenibile e che presto dovrà fronteggiare problematiche ancora sommerse come quella dei licenziamenti congelati.

"Tutte le aziende chiedono di ripartire" – è il messaggio delle associazioni di categoria, quanto mai partecipi alle difficoltà degli albergatori, punta di una filiera che riguarda settori quali quello delle ristrutturazioni d'ambiente, servizi e accessori, prime colazioni, ristorazione, lavanderie, eco-sostenibile. Il punto del presidente di Consorzio Firenze Albergo: "C'è bisogno di lavorare. Perché lavorare è vivere e di questo abbiamo più che mai bisogno! C’è bisogno di ripartire per dare un segnale positivo. Noi siamo pronti. Vi aspettiamo in piena sicurezza!"