Giordano Bruno. L’attualità dell’eretico domenicano
Il 17 febbraio 1600 a Roma, in Campo de’ Fiori, il filosofo e frate domenicano Giordano Bruno «è arso vivo sul rogo…»
Il 17 febbraio 1600 a Roma, in Campo de’ Fiori, il filosofo e frate domenicano Giordano Bruno «è arso vivo sul rogo. È la pena che la Santa Inquisizione infligge agli eretici. Giordano Bruno si è rifiutato fino all’ultimo di abiurare i principi fondamentali delle sue teorie. Nei suoi innumerevoli scritti. Dalla “Cena de le ceneri” al “De la causa, principio et uno”, da “De l’infinito, universo e mondi” fino al “De Magia”, il filosofo sostiene che l’universo è infinito, dotato di “intelligenza”, pieno di sistemi solari e forse anche di altre forme di vita, e che non è stato creato da Dio, pur essendone una manifestazione diretta e immediata. Bruno nega anche l’immortalità dell’anima e abbraccia le teorie copernicane sul moto della Terra. L’8 febbraio 1600, al giudice che gli legge la sentenza di morte, risponde: “Forse tremate più voi nel pronunciare questa sentenza che io nell'ascoltarla”».
Un servizio dedicato a Bruno dalla rubrica “Protestantesimo” Rai3 (www.raiplay.it/video/2016/08/Giordano-Bruno-736fb02d-a9e0-4360-9955-4c4c9c11c8a4.html)
Filosofo, scrittore, drammaturgo, formatosi nell'ordine dei domenicani, Giordano Bruno visse una fede profonda segnata dalla singolarità delle sue intuizioni filosofiche. Visse in continuo movimento, nel tentativo di ottenere quel riconoscimento a cui ambiva, e che lo condusse invece all'abbraccio mortale della Santa Inquisizione. Dopo più di 400 anni il suo pensiero è ancora vivo perché fu tra quelli che aprirono la strada alla rivoluzione scientifica e alla nostra moderna libertà di coscienza.
Il libro: Giordano Bruno, di Anna Foa
Nell’anno santo 1600 Giordano Bruno, filosofo di fama europea, venne arso come eretico a Roma in Campo de’ Fiori. Dopo un periodo di oblio, l’800 vede in lui il martire dell’oscurantismo religioso, simbolo della libertà di pensiero e della tolleranza. Il libro ripercorre a ritroso la vicenda di Giordano Bruno, dalla combattuta inaugurazione del monumento in Campo de’ Fiori nel 1889 fino al processo e al rogo, restituendoci un personaggio enigmatico, capace di grandezze e miserie, di utopie politiche e di condotte spregiudicate, dedito alle arti magiche e insieme precursore del pensiero filosofico moderno.
Anna Foa ha insegnato Storia moderna nella Sapienza - Università di Roma. Con il Mulino ha pubblicato anche «Eretici» (20112) e «Andare per ghetti e giudecche» (2014).
(Fonte: Riforma)