L'esame della legge che avrebbe dovuto rivedere l'esenzione dall'obbligo del servizio di leva per motivi religiosi per gli ebrei ultra ortodossi ha "ricordato" alla maggioranza di destra del governo israeliano la propria fragilità, a causa del numero risicato dei parlamentari che la sostengono.

Quindi, preso atto che le attuali difficoltà avrebbero potuto ripetersi per altro motivo in qualunque momento, Benjamin Netanyahu (Likud) e gli altri leader della colazione, tra cui il ministro dell'Istruzione Naftali Bennett, leader del partito Habayit Hayehudi, hanno deciso che era inutile far proseguire l'attuale legislatura fino alla scadenza naturale (novembre 2019), annunciando elezioni anticipate per martedì 9 aprile del prossimo anno.

Il presidente della Knesset Yuli Edelstein, in seguito all'annuncio, ha convocato i capigruppo della maggioranza e successivamente quelli dell'opposizione, per concordare una data per lo scioglimento della Camera.

Netanyahu ha già dichiarato che l'attuale coalizione di Governo sarà riproposta anche nella prossima legislatura. L'attuale premier, però, è al centro, insieme alla moglie, di vicende di corruzione di cui, per alcune, è stato chiesto il rinvio a giudizio. Da capire se ciò influenzerà negativamente o meno sul risultato del Likud e sulla possibilità per l'attuale premier di continuare a guidare il governo per un ulteriore mandato.