I nostri dubbi, ma anche di tanti altri, sulla presenza, sul nostro pianeta, di intelligenze non terrestri, sono oramai pochissimi e le certezze aumentano. Le anticipazioni del New York Time, sembrano non dire nulla in più di quanto già sapevamo: sulla terra, quale essere intelligente, molto probabilmente, non c'è solo l'uomo.

Tuttavia, per la prima volta, si è ammessa, a livello ufficiale, la possibilità che gli UAP siano guidati da intelligenze. Il passo da gigante che si è compiuto, specie in questi giorni,  si comprende dalle domande che ci si pone. In passato tutti noi ci chiedevamo: "Gli UFO esistono? Ci credi agli UFO?", mentre, oggi le domande sono "Da dove provengono questi velivoli? Cosa vogliono? Perché sono qui? Come mai non ci contattano ufficialmente?"

Una significativa percentuale degli avvistamenti UFO, anche da noi personalmente indagati, lascia spazio a poche interpretazioni convenzionali.

E' stato detto, da più parti, ma anche dalle autorità U.S.A., che gli oltre 120 episodi di UAP (termine moderno per indicare il fenomeno UFO) in cui sono stati coinvolti i militari, potrebbero essere dovuti a velivoli top secret di superpotenze straniere.

Niente di più sbagliato: il fenomeno UFO esiste dalla notte dei tempi e le straordinarie capacità aerodinamiche di questi misteriosi oggetti volanti, si sono sempre constatate. Come è possibile che tanti anni fa, parliamo anche di decine, centinaia di anni, le superpotenze del pianeta già disponessero di una tale tecnologia?

Impensabile, perché già avremmo avuto enormi ricadute sulla tecnologia civile. Il prossimo passo, crediamo tra pochi anni, sarà il modo di comunicare con queste intelligenze e sorgono altre domande: hanno i nostri stessi sensi? Sarà possibile capirci? Oppure sarà impossibile dialogare come accade tra gli uomini e gli animali? Quindi, inutile affannarsi a lanciare segnali nello spazio, il progetto SETI in cerca di vita intelligente nel cosmo.

Ecco perché, facciamo un appello allo stato italiano ed alle elite mondiali, per non trovarci impreparati, affinché si cominci a considerare, seriamente, come dovremo comportarci in vista del primo contatto ufficiale. Soprattutto, bisognerà trovare un modo di comunicare con questi esseri.

Un piccolo, ma allo stesso enorme particolare, sulla necessità di un cambio di strategia nell'affrontare il fenomeno UAP, si ricava dalle dichiarazioni di esponenti di vertice degli Stati Uniti d'America: si parla, in taluni ambienti, apertamente di velivoli, mentre chi vuole essere più generico parla di UAP o Unidentified Aerial Phenomena.

L'intelligence U.S.A., ha ammesso che questi  "oggetti", hanno prestazioni eccezionali che non si possono minimamente replicare con i velivoli terrestri o perlomeno a noi noti, per cui sono "intelligenti". Così, effettuano accelerazioni straordinarie in pochi decimi di secondo, percorrendo distanze ragguardevoli, procedendo spesso a velocità impossibili.

Improvvisamente, da velocità elevatissime, assumono una posizione stazionaria, fanno movimenti a zig zag, curve a 90 gradi e più. Addirittura, in certe circostanze, cambiano forma. I droni, che oggi pur hanno raggiunto un grado di perfezione tecnologica eccellente, non riescono minimamente a raggiungere tali prestazioni. Vi sono tante testimonianze di militari (ma anche nelle centinaia di UFO files direttamente da noi indagati, non di rado tutto confermato da rilevazioni strumentali), relative ad UAP che letteralmente scompaiono da un lato del cielo, per riapparire sul versante completamente opposto: in pratica un cambio di posizione di decine e decine di chilometri, che avviene in modo istantaneo.

Per spostarsi utilizzano altre dimensioni? Hanno certamente scoperto leggi fisiche e forme di energia sconosciute ai terrestrie sono avanzatissimi. Verosimilmente, studiando gli UAP seriamente, anzi facendone una facoltà universitaria, come già si è verificato in alcuni Stati, potremmo risolvere tanti problemi ecologici della Terra e far compiere passi da gigante alle scienze, superando così la nostra travagliata adolescenza tecnologica.

Probabilmente, se non fosse stato per gli 800 anni di medioevo che hanno afflitto l'umanità, a quest'ora saremmo già nei pressi di altri pianeti del sistema solare, con una tecnologia molto più avanzata, pronti a dialogare con i probabili alieni e avremmo capito l'inutilità di lanciare segnali nello spazio in cerca di vita intelligente. Tanto, la risposta, già l'abbiamo ottenuta: probabilmente non siamo soli. Non ne siamo sicurissimi, ma quasi certi.

Ing. Ennio Piccaluga e dr. Angelo Carannante