Finora, l'attacco di Israele contro il Libano ha avuto come risultato quello di assassinare il leader in carica di Hezbollah, Nasrallah, il suo successore designato, Safieddine (il cui decesso non è stato però confermato), e diverse decine di persone tra operativi e miliziani. Ma i risultati "più significativi" lo Stato ebraico li ha prodotti contro i civili libanesi, trucidati senza motivo nella periferia sud di Beirut e in altre città e villaggi del sud e del centro del Paese, sepolti sotto le macerie delle loro abitazioni, rase al suolo come a Gaza.

La vendetta israeliana in ritorsione allo sfollamento forzato dei suoi residenti nell'alta Galilea non ha però prodotto, finora, alcun risultato concreto. 

L'invasione di terra per eliminare dal sud del Libano i miliziani di Hezbollah, dopo una settimana, non ha prodotto effetti. L'IDF si è trovato di fronte un avversario, ben armato, ben addestrato e ben motivato a non lasciare un'unghia della propria terra all'esercito di occupazione. Inoltre, i mujaheddin della resistenza islamica hanno il vantaggio di conoscere a menadito il territorio in cui operano e grazie a ciò sono riusciti a mettere in atto numerose imboscate procurando morti e feriti tra le fila nemiche.

Quindi, per ora, la guerra nel nord non ha prodotto alcun risultato per Netanyahu e la sua banda, se non quello di poter vendere ai fanatici messianici e non il fatto di aver ammazzato altri "nemici"... gli ebrei israeliani, in fondo, vivono di questo.

Il problema, però, è che in Libano i "nemici" sono molto più numerosi e ben armati che a Gaza e lo stanno dimostrando con il lancio costante di razzi e missili che, oggi verso mezzogiorno, hanno avuto come obiettivo principale Haifa e il territorio circostante, dove più di 100 razzi sono stati lanciati sulla città nel giro di mezz'ora. La maggior parte è stata intercettata dal sistema Iron Dome, ma alcuni hanno superato lo sbarramento di difesa, esplodendo nei sobborghi di Kiryat Yam e Kiryat Motzkin, secondo quanto riferito dai servizi di sicurezza locali.

Quindi, non solo Israele si è vista costretta a sgomberare l'Alta Galilea, ma adesso è costretta a dover limitare le attività anche a Haifa, motore economico del Paese, imponendo nuove restrizioni ai residenti. In pratica, finora l'invasione del Libano è stato un clamoroso autogol.

E per rifarsi degli insuccessi, un criminale dello stampo di Netanyahu adesso cercherà di aprire un fronte con l'Iran e di intensificare il genocidio a Gaza dove da un anno due milioni di civili vivono sotto l'incubo costante di essere fatti a pezzi dal morale esercito dello Stato ebraico.

Lo Stato canaglia di Israele, nelle ultime 24 ore, ha commesso ulteriori massacri contro otto famiglie della Striscia, provocando l'uccisione di almeno 56 persone e il ferimento di altre 278.

Le autorità sanitarie locali hanno confermato che il bilancio delle vittime palestinesi dal 7 ottobre è salito a  41.965 morti e 97.590 feriti. La maggior parte delle vittime sono donne e bambini.

Se dopo un anno l'IDF non è riuscito a sconfiggere Hamas, quale può essere lo scopo di Israele di voler continuare questa guerra se non eliminare i palestinesi da Gaza, considerando ormai che i prigionieri detenuti nella Striscia sono l'ultima delle sue preoccupazioni?