"Oggi sarò a Bruxelles per incontrare i vertici delle istituzioni europee. La voce dell'Italia in Europa sarà forte: siamo pronti ad affrontare le grandi questioni, a partire dalla crisi energetica, collaborando per una soluzione tempestiva ed efficace al fine di sostenere famiglie e imprese e mettere un freno alla speculazione".

Così Giorgia Meloni su Facebook ha introdotto il viaggio odierno in Europa dove incontrerà la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola e Charles Michel, presidente del Consiglio europeo.

I principali punti di discussione saranno la crisi energetica, i piani di ripresa dalla pandemia e la guerra in Ucraina, secondo un portavoce della Commissione europea. Ma nella visita della Meloni saranno discussi soprattutto possibili interventi comunitari agli altissimi costi energetici, che anche in Italia sono aumentati a dismisura per famiglie e imprese.

Prima di annunciare i propri provvedimenti per contrastare il caro bollette nel CdM di venerdì, Meloni vuol capire come e quando l'Europa si attiverà concretamente per arginare la corsa del prezzo del gas, annunciata ma non definita con misure di fatto.

In Germania, il governo tedesco per mitigare il caro bollette per famiglie e imprese ha messo sul piatto 200 miliardi di euro. L'Italia non può farlo.

Per questo, al di là degli annunci della Lega in campagna elettorale, la cifra destinata dalla Meloni alla mitigazione dei prezzi di luce e gas - che non si sa bene a chi sarà destinata - non dovrebbe scostarsi dal cosiddetto tesoretto di circa 10 miliardi di minor deficit lasciato dal governo Draghi. I più ottimisti parlano di un ulteriore somma di 5 miliardi in considerazione del buon andamento del Pil nel penultimo trimestre 2022, annunciato dall'Istat.

Ma il premier al femminile deve anche tener conto del cronoprogramma del Pnrr e delle promesse elettorali in campagna elettorale fatte anche dai suoi alleati, vedi flat tax e pensioni, che adesso scalpitano per poter riprendere la corsa nei sondaggi delle preferenze di voto.