Catalogna. Anche Torrent spinge perché Puigdemont si faccia da parte
Lo scoop di Telecinco, con i messaggi inviati via telefono da Puigdemont a Comín, sembra aver prodotto una incrinatura nel movimento indipendentista catalano.
E non sono tanto le dichiarazioni di esponenti del governo di Madrid o quelle degli esponenti dei partiti di opposizione del Parlamento catalano a confermarlo. Dichiarazioni, peraltro scontate. Sono state piuttosto le parole del presidente del Parlamento Roger Torrent a far capire che da parte di ERC, suo partito di appartenenza, sembra esserci impazienza sul fatto che Puigdemont voglia continuare ad essere il candidato a presiedere il nuovo governo catalano.
In una intervista rilasciata alla stazione radio catalana RAC1 questo giovedì, Torrent ha dichiarato che Puigdemnot è il candidato per la presidenza dela Generalitat e che sarà Barcellona a scegliere il proprio governo e non Madrid. Ma allo stesso tempo, il presidente della Camera catalana ha anche chiesto un atto di generosità a Puigdemont per non bloccare la Catalogna in una impasse che potrebbe portare ad un nuovo voto, che potrebbe avere un risultato negativo per gli indipendentisti.
A questo punto, esaurite tutte le scappatoie legali, Puigdemont dovrà scegliere se rinunciare alla presidenza oppure andare allo scontro con Madrid ritornando in Spagna e facendosi arrestare. Ma anche in quel caso come potrà essere eletto presidente? E nel caso riuscisse rocambolescamente a sfuggire all'arresto e a farsi eleggere in Parlamento, successivamente potrebbe ancora essere arrestato? E se ciò avvenisse, quali potrebbero essere le conseguenze a Barcellona e dintorni?
L'atto di generosità chiesto da Torrent a Puigdemont dovrebbe concretizzarsi nel definire da parte di JxCat un candidato alternativo all'ex presidente catalano, in modo da preservare l'alleanza politica degli indipendentisti ed il loro programma. Perché dovrebbe essere un'impresa impossibile?
Ad esempio Elsa Artadi, che ha coordinato l'ultima campagna elettorale di JxCat, avrebbe tutte le carte in regola per sostituire Puigdemont, senza che il cambiamento possa venire interpretato come una vittoria della Moncloa e degli oppositori sovranisti. Perché non scegliere tale strada?