Determinati, arrabbiati, per nulla soddisfatti. I truffati dal salva banche, vittime del decreto governativo fatto per volontà dell'UE ma la cui paternità l'Europa disconosce, si sono dati appuntamento ad Arezzo davanti la sede centrale di Banca Etruria per protestare contro la banca e contro il governo. Sono stati fatti passare per sempliciotti, se non addirittura per fessi, ma loro si sentono realmente truffati e vogliono indietro i loro soldi... tutti i loro soldi e non una parte. Chi aveva investito in obbligazioni secondarie sarà risarcito, in base ai criteri di una commissione presieduta da Cantone con un fondo che, ad oggi, è pari a 100 milioni euro, cifra insufficiente perché tutti possano avere indietro i propri risparmi. Infatti, di risparmi si deve parlare e non di investimenti, perché molti di coloro che sono stati truffati sono stati incoraggiati direttamente dai dipendenti di Banca Etruria ad acquistare le obbligazioni emesse dalla banca perché sicure e non a rischio. E non bisogna neppure dimenticare la differenza di trattamento relativa al rendimento dei titoli che Banca Etruria, e non solo quella, faceva favorendo gli investitori istituzionali rispetto ai privati. Che il governo faccia di tutto per far dimenticare il salva banche, anche in chiave elettorale, è un fatto. Che ci riesca è da vedere. Chi è rimasto truffato non ha intenzione di darsi per vinto.