Mario Draghi simbolo dell'enorme contraddizione del lobbista Renzi
"Meglio un silenzio sensato che parole senza senso". "Meglio tacere e dare l'impressione di essere stupidi, piuttosto che parlare e togliere ogni dubbio". "Su ciò di cui non si può parlare, si deve tacere". "Le persone che sanno poco sono solitamente dei grandi parlatori, mentre gli uomini che sanno molto dicono poco". "Non è tanto importante sapere quando parlare, bensì quando tacere"."Mi sono spesso pentito di aver parlato, mai di aver taciuto". ...
Ma quanti sono gli aforismi che ci ricordano quanto - in molte occasioni - sia più conveniente tacere che parlare? Infiniti! Nonostante ciò, Matteo Renzi e i suoi parlamentari dimostrano di non conoscerli. Eppure per loro sarebbero utilissimi, specie in questo momento.
Qualche esempio? Si va dalla comicità surreale (perfetto esempio di nonsense) di Matteo Renzi che pretende di essere di sinistra e di rappresentare la sinistra, fino alle dichiarazioni autocelebrative dei rappresentanti del suo partito che definiscono un capolavoro la porcata che ha portato alla formazione del nuovo governo Draghi.
"Tutti dicevano Conte o elezioni e invece è arrivato Draghi. Abbiamo consegnato all'Italia un grande patrimonio. Adesso conta lavorare: c'è un Recovery Plan da scrivere e adesso ne abbiamo le competenze", Davide Faraone.
"La comunità di Italia Viva ha dimostrato di essere una forza coraggiosa, capace di mettere in campo idee in modo generoso, ponendo al centro il destino delle nuove generazioni. Questo è sempre stato lo sguardo e il motore del nostro agire. Il merito di questo passaggio politico va a Matteo Renzi, ai presidenti Teresa Bellanova e Ettore Rosato e a tutti i parlamentari che hanno mostrato coesione e unità. Ancor più adesso andremo avanti come comunità, perché è qui che si può incarnare la responsabilità di una politica al servizio degli uomini e delle donne del nostro Paese", Elena Bonetti.
Ma una spanna sopra agli altri è sempre lui, Matteo Renzi:
"A chi dice: “Così facendo Italia Viva conta meno perché ha meno ministri, io rispondo: "Sì, è vero". La verità è che Italia Viva conta meno di prima ma l’Italia conta di più di prima.Sono imbarazzanti quelli che dicevano: “Fate la crisi solo per le poltrone” e oggi dicono “Avete meno poltrone di prima”. Non sono cattivi: è che proprio non riescono a capire che l’unità di misura in politica non sono i numeri dei ministeri ma le battaglie che fai, il coraggio che metti, i rischi che corri per raggiungere il Bene Comune.Abbiamo fatto una cosa difficilissima ma giusta per aiutare l’Italia a spendere bene i soldi che verranno, ad affrontare meglio le conseguenze della pandemia, a rilanciare sul futuro. Adesso il volante della macchina Italia è nelle salde mani di Mario Draghi".
Utilizzando i suoi stessi argomenti, si può senz'altro affermare che Renzi non è cattivo, è che proprio non riesce a capire... quanto l'affidarsi in toto alla retorica possa essere pericoloso, specie in considerazione del fatto che non tutti il giorno dopo si dimenticano di ciò che è stato detto il giorno prima.
Il 17 dicembre, Matteo Renzi pubblicava la lettera inviata a Giuseppe Conte in cui attaccava il premier in toto, a partire dal Recovery Plan. Che cosa scriveva all'inizio di quella lettera Matteo Renzi? Queste parole:
"Noi Ti abbiamo detto in Parlamento che quando un Paese può spendere 209 miliardi di € [sic, nonostante la moglie professoressa. Ndr] non si organizzano task force cui dare poteri sostitutivi rispetto al Governo".
La task force chiesta dall'Europa a supporto dell'azione del Governo per la gestione dei fondi del Recovery Plan è stata da parte di Renzi il primo cavallo di battaglia per attaccare Conte.
Secondo Renzi, che evidentemente non sapeva di cosa stava parlando, la task force era un'invenzione di Conte e la sua presenza nella gestione della spesa dei fondi avrebbe tolto alla politica (Governo e Parlamento) le sue prerogative.
Questo è quello che Renzi diceva un paio di mesi fa.
Con i suoi maneggi - peraltro favoriti da Mattarella, Pd, 5 Stelle, Lega e Forza Italia - i tecnici che gestiranno i soldi del Recovery Plan dalla task force sono entrati direttamente nel Governo del Paese, anzi sono loro il Governo del Paese e la politica adesso è ansiosa di affidarsi completamente a loro, già prima di sapere cosa vorranno fare e come vorranno farlo!
La domanda che uno si pone è logicamente conseguente: Ma Renzi è o ci fa? Infatti, adesso dice di essere soddisfattissimo di una situazione che fino a poco tempo fa descriveva, in pratica, come anticostituzionale!
Naturalmente, l'attentissima stampa nostrana non ha notato l'incongruenza o si è ben guardata dal farla notare... ma non è la prima volta. Se lo avesse fatto, avrebbe poi dovuto anche continuare a farsi altre domande e a darsi le risposte che adesso non si dà, limitandosi a celebrare le lodi di Mario Draghi per le infinite, incredibili e meravigliose opere da lui compiute, ma che immancabilmente non ci vengono mai elencate.
E che cosa ci avrebbe detto la stampa nel caso avesse fatto il proprio lavoro? Banalmente questo: Matteo Renzi, in qualità di lobbista prestato alla politica, ha consegnato il Paese al banchiere Draghi che è considerato più affidabile e controllabile dell'avvocato Conte nella spartizione dei 209 miliardi dell'Ue, che non saranno usati per far ripartire l'Italia, ma per arricchire ancora di più chi, in passato, si è già arricchito a danno del Paese.
Che Matteo Renzi sia un ottimo lobbista è innegabile. Meno comprensibile il fatto che un lobbista sia senatore e pretenda di rappresentare gli interessi degli italiani, di tutti gli italiani e non solo di alcuni industriali e di alcuni finanzieri.