“Siamo perplessi per le disposizioni che riguardano il nostro comparto presenti nelle bozze in circolazione del Decreto Legge Sostegni 2022, approvato ieri dal Consiglio dei Ministri”.
Lo dichiara Riccardo Verona, presidente dell’AN.BTI, Associazione Nazionale Bus Turistici Italiani.
“Non capiamo l’esclusione dagli aventi diritto ai 5 milioni di euro suppletivi destinati al ristoro delle rate di finanziamento o dei canoni di leasing. Una misura che ci penalizza e penalizza oltremodo il settore del turismo, aggravata dal fatto che siamo in attesa ancora di poter accedere ai 50 milioni di euro ottenuti alla fine del 2021 per il medesimo ristoro delle rate di finanziamento o dei leasing. La mancanza di considerazione e di chiarezza sulle nostre imprese può giocare un ruolo ulteriormente negativo. Siamo le ruote su cui si muove il turismo e rappresentiamo una componente fondamentale dell'offerta turistica del nostro Paese. Questa mancanza di chiarezza lascia spazio a diverse interpretazioni anche sulle disposizioni previste ieri: per esempio l’aumento di 100 mln di euro per il 2022 del Fondo Nazionale del Turismo, che ammonta ora a 220 milioni complessivi e che in Legge di Bilancio ha ricompreso anche il nostro settore ed è fondamentale capire se, come ci spetta, potremo accedere alla misura prevista all'articolo 8 del decreto legge n. 152 del 2021, recante disposizioni urgenti per l'attuazione del PNRR, che ha disposto l'attivazione di un Fondo tematico della BEI, il Fondo per il Turismo Sostenibile con dotazione di 500 milioni di euro. Infine è grave che il fondo di 15 milioni per il 2022 stanziato presso il MIMS come ristoro per i mesi di gennaio - febbraio e marzo 2022 per i danni subiti dai bus turistici, dalle linee commerciali e linee ministeriali, sia calcolato in percentuale sugli introiti di questi primi tre mesi dell’anno. I bus turistici, a causa del blocco per il fermo turistico, non avranno introiti in questi primi 3 mesi dell’anno ed è chiaro quindi che questo Fondo non sarà affatto destinato alla nostra categoria, ma alle categorie commerciali e ministeriali. Ribadiamo con forza le nostre perplessità e auspichiamo che il testo del decreto sia prontamente rivisto per esaudire le richieste e considerare le esigenze delle nostre aziende e dei nostri lavoratori ”, conclude Riccardo Verona.