Interferenze nella campagna presidenziale, l’accusa dei Repubblicani a Zelensky
Il presidente ucraino è stato in visita negli Stati Uniti nei giorni scorsi, ma ha lasciato più polemiche che buone impressioni. Infatti si è messo contro una buona parte del Partito Repubblicano, riuscendo a indispettire persino i suoi amici sul posto.
Il “falco” senatore Lindsey Graham, uno dei maggiori sostenitori di Kiev, ha detto che la sua tappa in Pennsylvania è stata uno “sbaglio”. Si è recato col governatore democratico Shapiro presso una fabbrica di armi, nella quale ha firmato le munizioni che saranno fornite all’Ucraina.
Graham dice che avrebbe dovuto evitarlo, perché sapeva che le implicazioni politiche dell’evento avrebbe avuto effetti sgraditi. E infatti sono piovute le critiche dei Repubblicani, che accusano gli organizzatori di lavorare per il Partito Democratico e Zelensky di interferire nella campagna elettorale americana.
Il presidente ucraino in un’intervista a un giornale molto noto ha avuto parole poco simpatiche nei confronti del candidato vicepresidente J.D. Vance. Poi ha rilasciato dichiarazioni politiche mentre era a bordo del velivolo militare americano che lo portava alla fabbrica di Scranton, la città natale di Biden.
Per questo è l’altro il portavoce della Camera Mike Johnson ha chiesto che venga rimossa l’ambasciatrice ucraina negli USA, rea di non poter più servire “equamente ed efficacemente” come diplomatica in questo Paese.
L’ex governatore dell’Alaska Sean Parnell ha detto che quella di Zelensky è macchiato vera e propria ingerenza negli affari interni di un altro Stato. Il senatore del Texas John Cornyn ha esortato il presidente ucraino a “stare fuori dalla politica americana” e a rivedere il suo “monumentale errore di valutazione”.
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