Caro Papa Francesco, questa lettera ti viene da una credente. D’altra parte: come potrei non credere nella presenza di Gesù tra noi, non solo durante le ore in cui “alziamo gli occhi all’Ostia consacrata”, e comprendere, nello stesso tempo, come abbia fatto la nostra religione Cristiana, Cattolica, Apostolica, Romana a sopravvivere, nonostante gli errori (e orrori), compiuti dalla Chiesa terrena?
Viviamo strani tempi, in cui altri, in nome di un loro dio che io non conosco né riconosco, uccidono e si lasciano morire, con la stessa convinzione assoluta con cui i nostri cristiani perseguitati si sono lasciati sbranare dalle belve e forse è venuto il momento che ognuno di noi credenti difenda la propria fede, anche come patrimonio culturale, e aiuti i giovani a comprendere questa “necessità”.
Caro Padre, Voi sapete che la nostra religione non è nata a Roma, ma l’abbiamo fatta nostra, in quanto il cristianesimo si è formato in ambito ebraico e Gesù, il nazareno, era un ebreo ortodosso, benché “nessuna confessione dell'ebraismo riconosca in lui il Messia né tantomeno le caratteristiche divine che noi cristiani gli attribuiamo”.
Karl Marx diceva che la religione (oltre ad essere l’oppio dei popoli, ma per questo dobbiamo contestualizzare all’epoca in cui visse), era anche la più bella delle favole. Voi, Santo Padre, parlando del comunismo ricordo avette affermato: - “Io dico solo che i comunisti ci hanno rubato la bandiera. La bandiera dei poveri è cristiana. La povertà è il centro del Vangelo. I poveri sono al centro del Vangelo…Oppure guardiamo le Beatitudini, altra bandiera. I comunisti dicono che tutto questo è comunista. Sì, come no, venti secoli dopo.”
Ne convengo: il primo comunista, se “stringiamo” al bene dei poveri, è stato Gesù.
Ma andiamo oltre: noi cristiani, noi credenti, un brutto giorno abbiamo appreso che il nostro Papa, ossia Benedetto XVI, nato Joseph Aloisius Ratzinger; ossia il 265º papa della Chiesa cattolica e vescovo di Roma, 7º sovrano dello Stato della Città del Vaticano (ecc. ecc.), aveva annunciato, nel concistoro ordinario dell'undici febbraio 2013, la sua rinuncia «al ministero di vescovo di Roma, successore di san Pietro», rendendo la sede vacante dalle ore 20.00 del ventotto dello stesso mese. Da quel momento la Chiesa lo ha definito: “papa emerito”.
Siamo restati di stucco, abbiamo persino pensato, o almeno alcuni di noi l’hanno fatto, che gli fosse stato chiesto gentilmente di farsi da parte per motivazioni in parte oscure. Avevamo assistito, con Papa Giovanni Paolo II, ad un uomo che, malgrado la sua malattia, aveva condotto al termine solo con la morte il suo pontificato, ad un papa che, durante una solenne celebrazione eucaristica in San Pietro, aveva chiesto perdono al Signore per i peccati passati e presenti del popolo di Dio, il 12 marzo 2000, prima domenica di quaresima, dichiarata "giornata del perdono".
Dopo di lui Voi, Santo Padre, avete riempito le cronache di richieste di perdono:
In Svezia, per la scomunica a Martin Lutero: «Abbiamo sbagliato», quindi:
per la "mostruosità" della pedofilia nella Chiesa, chiedendovi, giustamente: "Come può un prete causare tanto male?"
Caro Papa Francesco, avete chiesto perdono ai senza tetto, per tutte le volte che “ci siamo girati dall’altra parte” ed anche ai migranti: “Trattati come un problema, siete invece un dono” e per quanto riguarda l’omosessualità affermato che: -"La Chiesa si deve scusare con i gay.“-
Voi vi siete "scusato" ed avete chiesto perdono in nome di coloro che rappresentano ed hanno rappresentato, la Chiesa in Terra.
Personalmente ho conosciuto ottimi sacerdoti e certamente ve ne sono ovunque, nel mondo. Personalmente ho una grande stima per i Francescani, di cui uno, oltre quello di cui portate il nome. Padre Gabriele, col suo saio marrone ed il sorriso (che Dio l’abbia in Gloria), il quale, nel vederci tristi alla Messa ci diceva:
-“Cos’è quell’aria mesta e contrita? Voi dovete sorridere: Gesù porta un messaggio bellissimo di eternità.”-
Per le chiese del mondo, dell’Italia, ogni sacerdote, oltre a rappresentare Dio in terra, rappresenta se stesso, nel bene e nel male.
A volte dimenticando: - “Matteo 9,9-13… (…)10 Mentre Gesù sedeva a mensa in casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e si misero a tavola con lui e con i discepoli. 11 Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Perché il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». 12 Gesù li udì e disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. 13 Andate dunque e imparate che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrificio. Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori». Non si abbassano a volte a “raccogliere” noi peccatori, ma ci fustigano di parole che allontanano e rendono difficile anche avvicinarsi al sacramento del matrimonio o del battesimo.
Alcuni dati:
-“Nel 2012 sono state celebrate con rito religioso 122.297 nozze. Il loro numero cala di trentatré mila unità negli ultimi quattro anni. I matrimoni civili, invece, hanno visto un recupero negli ultimi due anni pari a 5.340 cerimonie, arrivando a rappresentare il 41% del totale a livello nazionale. Al Nord i matrimoni con rito civile (53,4%) superano quelli religiosi e al Centro sono ormai uno su due (49,4%).
L’aumento dei matrimoni celebrati con rito civile riguarda sempre più anche i primi matrimoni di coppie italiane, passati dal 18,8% del 2008 al 24,5% del 2012.…”- [1]
Vogliamo chiederci perché? Vogliamo dare uno sguardo, Santo padre, alle difficoltà burocratiche complesse e a volte discordanti da sacerdote a sacerdote, da Diocesi a Diocesi? Se fosse semplice come dovrebbe, non ci sarebbe bisogno di consultare link.[2] Sembra che si dimentichi che la liturgia del matrimonio (Don Abbondio insegna), si riferisce in principio al consenso:
- “Carissimi… , siete venuti nella casa del Signore, davanti al ministro della Chiesa e davanti alla comunità, perché la vostra decisione di unirvi in Matrimonio riceva il sigillo dello Spirito Santo, sorgente dell'amore fedele e inesauribile. Ora Cristo vi rende partecipi dello stesso amore con cui egli ha amato la sua Chiesa, fino a dare se stesso per lei. Vi chiedo pertanto di esprimere le vostre intenzioni.”-
Per poi, dopo averle ascoltate, accoglierle:-“Il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe, il Dio che nel paradiso ha unito Adamo ed Eva confermi in Cristo il consenso che avete manifestato davanti alla Chiesa e vi sostenga con la sua benedizione. L’uomo non osi separare ciò che Dio unisce.”-
Con la benedizione degli anelli.
Santo Padre. Forse se restituissimo al sacro vincolo del matrimonio religioso (penso alle lungaggini del corso prematrimoniale solitamente tenuto dal parroco o da catechisti, alle difficoltà poste per le cresime mancanti), la sua estrema semplicità, un numero maggiore di coppie deciderebbe di dimostrare in Chiesa, la propria volontà di restare assieme per la vita. Almeno, di provarci. Bianca Fasano.
[1] I principali risultati sono disponibili on line consultando il datawarehouse I.Stat all’indirizzo http://dati.istat.it/ e il sistema tematico Demo, all’indirizzo http://demo.istat.it/altridati/matrimoni/.
[2] https://www.matrimonio.com/articoli/documenti-per-matrimonio-cattolico--c230