Politica

La Francia ritira l'ambasciatore da Roma e Di Maio si giustifica con Le Monde

La confusione del cambiamento o il cambiamento in confusione? Al di là di capire quale possa essere il commento più preciso per descrivere l'ultima iniziativa politica di Di Maio, resta comunque il fatto che è ormai evidente l'inadeguatezza degli attuali rappresentanti del popolo italiano nel ricoprire le principali cariche istituzionali del nostro Paese.

L'onestà, o presunta tale, non può comunque non essere accompagnata da un minimo di preparazione, da un minimo di intelligenza, da un minimo di coerenza o, perlomeno, da un minimo di astuzia. Niente di tutto questo finora si è visto in sette mesi di "cambiamento" e se in Italia cambiamento vi è stato, non è certo per il meglio.

Qual è l'ultimo scivolone di Di Maio? La lettera che ha scritto a Le Monde e a tutti i francesi per fare un po’ di chiarezza sugli attacchi portati dall'Italia, come Governo, e dal Movimento 5 Stelle, come forza politica, alla Francia e più precisamente alle istituzioni che governano la Francia.



Ma come? 5 Stelle e Lega hanno passato gli ultimi mesi a litigare con i ministri del Governo francese e ad insultarne il presidente della Repubblica, tanto che ieri ha deciso di ritirare il proprio ambasciatore a Roma, e Di Maio scrive a Le Monde e a tutti i francesi?

Ma i francesi, bene o male, Macron se lo sono scelto democraticamente con libere elezioni, non è certo un dittatore sanguinario che ha instaurato un regime totalitario in Francia. Macron ed il suo Governo rappresentano le istituzioni e il popolo francese. Scrivere a Le Monde e ai francesi, implicitamente, da parte di Di Maio significa non riconoscere le attuali istituzioni francesi, non riconoscerne il loro ruolo di rappresentanza.

Dal punto di vista politico, la lettera di Di Maio è uno sgarbo istituzionale incredibile che non può certo contribuire ad eliminare o almeno a calmare la tensione tra Francia e Italia, piuttosto riuscirà invece ad aumentarla. Difficile che dalle parti dell'Eliseo non interpretino quella lettera come un'ulteriore provocazione.

Surreale poi la chiusa di Di Maio: "E nonostante le divergenze politiche e di visione economica tra il Governo Francese e quello Italiano, credo questo non debba intaccare lo storico rapporto di amicizia tra i nostri due popoli e i nostri due stati. Per questo, come rappresentante del Governo, voglio ribadire la massima collaborazione del nostro esecutivo, per le questioni che più ci stanno a cuore come Paese e come membro fondatore dell’Unione Europea."

La massima collaborazione del nostro esecutivo per le questioni che più ci stanno a cuore come Paese e come membro fondatore dell’Unione Europea... con chi? Con Le Monde? Con ogni singolo cittadino francese ignorando le istituzioni elette a rappresentarli?

Ma lo sprovveduto, arrogante e confuso Di Maio non si è limitato a questo, nella lettera ha voluto pure ribadire che destra e sinistra non esistono più, sottolineando che nelle rivendicazioni elencate nel manifesto dei gilet gialli "ci fossero temi che ormai superano la destra e la sinistra e che tengono al centro il cittadino e le sue esigenze, con un atteggiamento post ideologico."

E per dimostrare questa stesi che cosa fa Di Maio? Condanna le "ricette ultra-liberiste dei partiti di destra quanto quelli di sinistra" dichiarando che il Governo italiano ogni giorno sta prendendo "iniziative volte a ricostituire i diritti dei cittadini, invertendo la rotta rispetto al passato che basava l’azione politica sul togliere diritti e possibilità economiche ai più deboli per darli ai grandi potentati economici."

Quindi, dopo aver dichiarato che destra e sinistra non esistono più, Di Maio dice che il Governo italiano combatte il liberismo (modello economico e ideologico collegato alla destra) per favorire il socialismo (modello economico e ideologico legato alla sinistra).

Ma come? Da una parte di Di Maio scrive che le ideologie sono superate e subito dopo promuove il socialismo condannando il liberismo! Se invece di continuare perennemente a ridere - e non si capisce per quale motivo se non di se stesso - Di Maio cominciasse a riflettere, allora dovrebbe dire che il Movimento 5 Stelle è socialista ed è nato per ricoprire un ruolo di rappresentanza che i precedenti partiti che si dicono socialisti a parole ma si comportano da liberisti nei fatti, non ricoprono più.

È così difficile dire cose tanto banali e tanto normali? Per Di Maio pare di sì. 

Autore Roberto Castrogiovanni
Categoria Politica
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