ICANN è una sigla che a molti di coloro che trascorrono le loro giornate su Facebook e Twitter probabilmente non dirà niente. In realtà è il cuore della rete.

ICANN sta per Internet Corporation for Assigned Names and Numbers ed è il nome della struttura responsabile, a livello mondiale, della gestione dei domini di primo livello (TLD, Top Level Domain) e dell'assegnazione dei relativi indirizzi IP.

Per intenderci, i domini di primo livello sono sia quelli generici (gTLD), come .com, .net, .edu, .org, .gov., .edu, ecc., che quelli dei singoli paesi (ccTLD), come .it, .fr, .es, .uk, ecc.

E' l'ICANN che decide la creazione, la modifica o la cancellazione di un dominio e stabilisce chi ha diritto ad utilizzarlo e a chi affidarne la gestione.

Ad esempio, è stata l'ICANN a stabilire che i domini .gov, .mil, .edu possono essere utilizzati esclusivamente dal governo, dall'esercito e da istituti di istruzione degli Stati Uniti.

Come è stata l'ICANN ad introdurre il dominio .aero e ad affidarne la gestione alla Société Internationale de Télécommunications Aéronautiques (SITA), che limita il suo utilizzo ai propri membri, che sono poi tutte le principali compagnie aeree.

Un'attività quella dell'ICANN che per i domini dei singoli paesi viene svolta da strutture locali. In Italia, ad esempio, a gestire il dominio .it è Registro.it, presso l’Istituto di Informatica e Telematica del Cnr di Pisa.

 

Fondata nel 1998, con sede a Los Angeles, l'ICANN è una società non-profit che opera sulla base di un contratto che la lega alla NTIA (National Telecommunications & Information Administration), un ente del ministero del Commercio degli Stati Uniti.

Questo ha consentito al governo americano di avere l'ultima parola sulle decisioni prese dall'organismo responsabile della governance di Internet a livello mondiale.

Ma le cose sono destinate a cambiare. E' del 16 agosto scorso un comunicato della NTA, in cui viene dato il via libera alla privatizzazione dell'ICANN. Il contratto, che scadrà il 30 settembre, non sarà rinnovato e dal giorno successivo, l'ICANN potrà operare in completa autonomia.

Le reazioni alla notizia sono state contrastanti. Da una parte, c'è chi ha espresso soddisfazione in proposito, come la Commissione Europea, che molto ha lavorato perché si raggiungesse questo risultato. Ma anche paesi come la Cina, l'Arabia Saudita e la Russia hanno fatto pressioni affinché l'amministrazione Usa si facesse da parte, soprattutto dopo le rivelazioni di Edward Snowden del 2013, in merito all'attività di monitoraggio della rete da parte della NSA.

Non mancano, però, i critici del cambiamento. Il timore è soprattutto quello che all'influenza esercitata dal governo americano si sostituisca quella dell'economia, in particolare quella dei giganti di Internet, di cui alcuni esponenti già fanno parte del consiglio di amministrazione dell'ICANN.

Del resto, spesso le cifre in gioco sono molto elevate. Basta ricordare la disputa fra Amazon e Google di qualche anno fa per l'aggiudicazione del dominio .shop, la cui asta, però, finirono per aggiudicarsela i giapponesi di GMO Registry per la non trascurabile cifra di 46 milioni di dollari.