Ogni regione aveva e ha tutt’ora il problema dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani, per questo il Parlamento e le varie Regioni, dal 1986, avevano promulgato una serie di leggi per regolamentare la materia.

Il Consiglio Regionale del Lazio, in base alle disposizioni statali, aveva stabilito che, obbligatoriamente, dei gruppi di comuni si dovessero consorziare e realizzare, in un sito prescelto, una discarica nella quale far confluire tutti i loro rifiuti. In particolare la Giunta Regionale del Lazio, con delibera n. 10718 del 12.12.88 aveva costituito coattivamente il Consorzio del Bacino n. 3 del quale fanno parte i Comuni di Bracciano, Trevignano Romano, Anguillara Sabazia, Manziana, Canale Monterano, Oriolo Romano, Cerveteri e Ladispoli, senza considerare che il vasto territorio che comprendeva i laghi di Bracciano e di Vico erano sottoposti ad un particolare vincolo di protezione igienica perché destinati ad essere riserve idriche, in particolare il bacino di Bracciano fornisce il Comune di Roma da giugno a settembre.

L’Amministrazione del Comune di Bracciano di allora avrebbe dovuto essere saggia e lungimirante e opporsi strenuamente alla realizzazione di un impianto di tal genere a Cupinoro che urtava palesemente con la destinazione primaria del suo territorio invece l’accettò entusiasticamente.  

Il 28 giugno 1991 fu conclusa una prima convenzione che affidava la realizzazione e la gestione del complesso ad un consorzio di società finanziarie denominata S.I.L.E.F.

La prima, consistente irregolarità fu commessa proprio in occasione della stipula di quel contratto: gli amministratori di Bracciano, escludendo gli altri Comuni, deliberarono di concludere una convenzione direttamente con il concessionario: ciò ledeva i diritti degli altri consociati che protestarono. Al di là del già grave comportamento, vi era però nel contenuto dell’atto dei disposti che denunciavano l’intenzione di usare l’impianto diversamente dalle finalità originarie.

Infatti inserendo la frase, testualmente: (….) Per eventuali altre utenze il concessionario provvederà a concordare con gli interessati, modalità e tempi dei pagamenti.” veniva data alla S.I.L.E.F. la facoltà di disporre della discarica a suo piacimento.

E’ noto come la società appaltatrice abbia gestito l’impianto: venivano fatti confluire i rifiuti di tutti i comuni che ne avevano necessità. Una struttura nata per servire esclusivamente i Comuni consorziati del Bacino n. 3 veniva posta a disposizione dell’intero territorio nazionale e, l’uso indiscriminato del complesso avrebbe determinato l’esaurimento dell’area destinata allo smaltimento nel giro di due o tre anni e, conseguentemente, avrebbe giustificato una serie di ampliamenti con la graduale trasformazione di un normale bacino in un mega-impianto e, data la situazione, Cupinoro poteva diventare uno dei pochissimi siti nel quale installare un inceneritore con tutte le conseguenze sulla salute pubblica e su uno sviluppo economico che rispettasse il programma di protezione igienica del bacino idrico del lago e dell’intero territorio limitrofo.

Tale vincolo prevedeva norme restrittive per l’agricoltura, l’allevamento e un sistema fognante particolare per evitare l’inquinamento del sottosuolo ma nessuno ha avuto cura di cosa si interrasse a Cupinoro e se il rivestimento del l’invaso fosse idoneo a sopportare il peso dell’enorme massa che veniva scaricata a ritmo incessante.

Il contratto fu impugnato innanzi al CO.RE.CO. per illegittimità, questi pur riconoscendo fondate le contestazioni, ponendo come giustificazione una situazione di emergenza, delegò, in via eccezionale e a particolari condizioni, il Comune di Bracciano a stipulare una nuova convenzione con la S.I.L.E.F.

Il rapporto diventava temporaneo e non garantiva alla società appaltatrice la gestione per nove anni in quanto la conclusione del contratto definitivo spettava al Consorzio dei Comuni. Inoltre il CO.RE.CO. imponeva la clausola che la S.I.L.E.F. doveva accettare di essere sostituita senza nulla pretendere se il Consorzio avesse deciso di affidare il servizio ad altra ditta. Scompariva il disposto relativo all’indiscriminato utilizzo dell’impianto per smaltire rifiuti provenienti da tutto il territorio nazionale.

Nell’autunno del 1993 la Procura di Roma dispose l’arresto di 13 consiglieri di maggioranza coinvolti nell’allegra gestione della discarica: tanto rumore per nulla. La maggiore responsabilità era ed è da attribuire ai funzionari preposti all’interno dell’amministrazione comunale che avrebbero dovuto garantire il corretto funzionamento dell’apparto pubblico in tutti i suoi aspetti non solo quelli relativi alla discarica invece…

L’amministrazione di sinistra che era succeduta, contravvenendo alla decisione del CO.RE.CO emanata nel 1992, deliberò un nuovo contratto con la stessa società senza riunire il Consiglio di Amministrazione del Consorzio del Bacino n. 3, senza indire una gara d’appalto, addirittura imponendo il raddoppio del prezzo dei rifiuti a carico degli altri sette Comuni consorziati inoltre, ricompariva la clausola per la quale il concessionario poteva far scaricare i rifiuti a tutti i comuni in emergenza muniti di delibera regionale.

Siccome i comuni in “emergenza rifiuti” ce n’erano a decine in quanto molti amministratori e le loro cittadinanze non volevano avere discariche nel loro territorio, si può immaginare quanti clienti avrebbe avuto l’impianto di Cupinoro con grande soddisfazione della giunta che aveva calcolato di far entrare nelle casse comunali un miliardo di lire all’anno ma a dispetto delle ottimistiche previsioni la gestione è sempre stata gravemente deficitaria. Vediamo se il calcolo era esatto.

Se l’amministrazione di Bracciano sperava che gli altri sette comuni consorziati erano disposti a pagare il doppio della tariffa stabilita nella prima convenzione senza batter ciglio, i Sindaci di Cerveteri e Ladispoli gli dimostravano il contrario inviando denunce alle Procure di Roma e Civitavecchia e, date le circostanze, le altre amministrazioni consorziate avrebbero preso provvedimenti analoghi in quanto tutti gli utenti del Bacino n. 3 dovevano pagare lo stesso importo a meno che, accettassero di sottoscrivere tariffe diverse: avere il “disagio” di una discarica non attribuiva alcun privilegio. Contemporaneamente la stessa amministrazione di sinistra deliberava la costruzione di un inceneritore che fu fermato impugnando l’atto dinanzi al CO.RE.CO. che l’annullò perché furono riscontrate altre gravi violazioni di legge. Questo è il testo integrale ogni commento è superfluo.

                                                            REGIONE LAZIO

 SEZIONE DI CONTROLLO SUGLI ATTI DEI COMUNI E DEGLI ALTRI

                               ENTI LOCALI DELLA PROVINCIA DI ROMA

Prot. n. 2829/4073

Seduta del 23.05.95                                                                                                                                        verbale n. 65

VISTE le deliberazioni n. 24 del 02.03.95 e 05.05.95 del Consiglio del Comune di Bracciano aventi per oggetto: “Convenzione Consorzio S.I.L.E.F. – Determinazioni – rinnovo; Deliberazione di consiglio comunale n. 24 del 02.03.95 – Richiesta di chiarimenti – Determinazioni “;

CONSIDERATO CHE, le deliberazioni in esame sono illegittime in quanto:

  1. Il Comune di Bracciano non è competente a deliberare autonomamente in materia, poiché la competenza spetta al costituito Consorzio tra i Comuni per la gestione del servizio in questione, e pertanto non sussistono i presupposti di fatto e le necessarie ragioni giuridiche in violazione dell’art. 3 L. n: 241/90;
  2. La motivazione e gli elementi di giudizio in atti risultano inadeguati, contraddittori e fuorvianti, anche rispetto all’ordinanza di chiarimenti adottata dalla Sezione, nella seduta del 10.04.95, con verbale n. 46, in ordine alla deliberazione consiliare n. 24, in data 02.03.95, in quanto gli atti deliberativi in questione:
  3. – forniscono dati incompleti, frammentariamente integrati con lettera del Sindaco, in data 22.05.95, avente ad oggetto: “ulteriori elementi di valutazione Vs. prot. n. 2829 verbale n. 46 del 10.04.95 – convenzione Consorzio S.I.L.E.F. “per cui risultano carenti strutturalmente, in violazione dell’art. 3 241/90;
  4. - configurano ipotesi di gravissima irregolarità nella gestione, relativamente alle garanzie finanziarie non prestate nelle forme dovute dal concessionario a al mutato assetto societario del Consorzio S.I.L.E.F., in violazione delle norme di legge in materia finanziaria, di contabilità e dei contratti dei Comuni e dalla normativa vigente che vieta la “ cessione dei contratti “ che integra il mutamento dell’assetto societario stesso, ex art. 18 L. n. 55/90 integrato dall’art. 22 D.L. 13.05.91 n. 152, senza che siano applicate immediatamente le dovute sanzioni da parte del Comune a carico del Consorzio S.I.L.E.F.;
  5. - prevedono, nella specie, una impropria sanatoria o transazione per il contenzioso in corso, in cui, il Consorzio S.I.L.E.F avanza la pretesa nei confronti del Comune di un risarcimento di danni di L. 50 miliardi, senza che sussista un’affidabile situazione fattuale, contabile e finanziaria oltre che giuridica della stessa pretesa, che troverebbe compensazione con il valore del nuovo contratto, di cui non è dato conoscere l’esatta natura e portata, e per cui – allo stato – non risultano avviate le procedure di recupero a carico degli Amministratori e/o funzionari e impiegati responsabili del “danno all’Erario” per la migliore tutela del diritto del Comune;

Ritenuto, pertanto, che i provvedimenti in esame sono illegittimi perché inficiati da violazione di legge;

VISTA la legge 03.06.90 n. 142;

VISTA la legge regionale 13.03.92 n. 26;

Su proposta del Relatore

                                                             A  N  N  U  L  L  A

 

La deliberazione n. 24 e n. 63 del 23.03.95 e 05.05.95 del Consiglio del Comune di Bracciano.

Il Sindaco è incaricato della esecuzione della presente decisione.

 

Ogni amministrazione che si è avvicendata ha contribuito negativamente. Sin d’allora questi individui ebbero la pretesa di far convivere troppe situazioni tra loro incompatibili per puro interesse personale e i risultati sono sotto i nostri occhi.

Oggi la discarica è chiusa e sembrerebbe che il peggio sia passato, invece non è così. Cupinoro era stato realizzato su di un terreno pubblico e i titolari del Consorzio del Baciano n. 3 erano soggetti di diritto pubblico quindi per noi cittadini e per gli altri Comuni consorziati era possibile in qualche maniera intervenire a pieno titolo per controllare la regolarità della gestione, oggi un pericolo maggiore ed imprevedibile è rappresentato da un insediamento privato di smaltimento rifiuti la cui gestione non è più soggetta a controlli pubblici.

Questo lo dobbiamo all’amministrazione di destra in particolare alla Patrizia Riccioni che ha curato nel 2003 un’operazione che fortunatamente non è andata ”a buon fine” perché suo cognato Simeoni, vice presidente della Regione Lazio, dovette dare le dimissioni in quanto fu rinviato a giudizio a causa dell’affare Iannuzzi (Lady USL) e dei corsi professionali regionali.