Una fonte governativa ha confermato l'indiscrezione pubblicata dal The Obeserver (domenicale del The Guardian) che dal premier Boris Johnson è stato richiesto un parere legale sulla possibilità di far rimanere chiuso il Parlamento britannico per cinque settimane, impedendone la riapertura dopo la pausa estiva.

La richiesta inviata da Jonhson al procuratore generale Geoffrey Cox mira ad impedire ai membri del Parlamento di prendere qualsiasi decisione sulla Brexit, in modo da impedirne un nuovo possibile rinvio.

Non solo. Il piano di Johnson andrebbe a rafforzare il ricatto che sta progettando nei confronti dell'Unione Europea che, in base a quanto ha iniziato a dichiarare l'inquilino di Downing street, sarebbe a suo dire la responsabile di una hard Brexit per non voler rivedere quanto già concordato da Theresa May, stracciando dall'accordo il backstop irlandese.

In ogni caso, però, Johnson non ha presentato una soluzione che comunque risolva il problema di mantenere aperto il confine tra Irlanda e Irlanda del Nord, in relazione a come mantenere i controlli tra due Stati diversi con regole doganali diverse.

A meno che, per Johnson, il vero ed unico obbiettivo non sia quello di arrivare in ogni caso ad una Brexit senza accordo, ritenendo momentanee e superabili le difficoltà che ne seguirebbero per la Gran Bretagna.

Un atteggiamento spregiudicato, ma del tutto in linea con le idee politiche del personaggio.

Naturalmente, i parlamentari britannici dell'opposizione, ma anche alcuni deputati del partito conservatore, si sono detti scandalizzati dal piano di Johnson, definendolo irresponsabile e un attacco alla democrazia.

Martedì prossimo si terrà una riunione tra i vari gruppi della Camera dei Comuni indetta da Jeremy Corbyn sulle azioni da intraprendere per prevenire una Brexit senza accordo. Corbyn aveva dichiarato di voler chiedere una mozione di fiducia nei confronti dell'attuale governo alla ripresa dei lavori del Parlamento.