Esteri

L'impero colpisce ancora

Con l’Inflaction Reduction Act – una legge che prevede 750 miliardi di dollari di investimenti per l'assistenza sanitaria e il clima che comprende una serie di incentivi finanziari per ridurre il deficit, limitare i prezzi di alcuni farmaci, istituire un'aliquota fiscale minima per le grandi imprese e, soprattutto, combattere la crisi climatica - l’amministrazione americana assesta un altro duro colpo alla comunità europea (e ai Paesi emergenti) dopo averla trascinata in una guerra per procura inutile e costosa con l’obiettivo di recidere irrimediabilmente ogni legame con la Russia che ci forniva materie prime ed energetiche a prezzi convenienti. 

Mentre l’Europa è sempre più divisa ed esposta a ricatti economici, gli Stati Uniti procedono spediti verso un rinnovo radicale del sistema produttivo ed economico attraverso la riduzione delle emissioni di una gigatonnellata entro il 2030 incrementando le rinnovabili attraverso l’installazione di 950 milioni di pannelli solari, 120 mila turbine eoliche e 2.300 impianti di accumulo su scala di rete inoltre prevede la protezione di più di 8 mila chilometri quadrati di foreste nazionali per rafforzare la resilienza climatica.

Sono inoltre previsti crediti di imposta riservati a chi acquista veicoli elettrici (7.500 dollari per il nuovo, 4.000 per l’usato), mentre 7,5 milioni di famiglie saranno incentivate a installare pannelli solari sui loro tetti con un tax credit del 30%. Sono previste agevolazioni anche per chi adotta nelle proprie abitazioni pompe di calore o altri sistemi di efficienza energetica inoltre sono stati destinati 370 miliardi di dollari alla lotta alla CO2 e alla sicurezza energetica del Paese. Nei 750 miliardi di dollari sono compresi anche investimenti per la salute.

I ministri dell’economia di Francia e Germania si sono già incontrati con il segretario del Tesoro Janet Yellen e la rappresentate per il commercio americano Katherine Tai ovviamente escludendo dalla missione esplorativa l’Italia. Un tale macroscopico investimento piega la concorrenza dei Paesi europei soprattutto quelli ad alta densità di popolazione. Sia la Francia che la Germania hanno una struttura economica  forte perché gli investimenti sono quasi esclusivamente privati e concretamente produttivi a differenza del sistema economico industriale italiano che è parassitario, privo di idee e progettualità: i tempi di Adriano Olivetti e di Enrico Mattei sono stati miseramente troncati dalla concorrenza straniera francese, inglese e americana con un “incidente aereo” e da una improvvisa “emorragia cerebrale” in un soggetto in perfetta salute che si stava recando in Svizzera per un finanziamento al fine di portare avanti il progetto informatico in corso d’opera tanto avversato dalla CIA.

Questo piano di sussidi sta già dando ottimi risultati: alcune tra le più importanti imprese tedesche stanno programmando di delocalizzare le loro produzioni in America. Il settore automobilistico americano versa in grave crisi da decenni, i sussidi arrivano a coprire fino ai 2/3 delle spese che le imprese straniere devono sostenere per la ristrutturazione e l’ammodernamento degli impianti preesistenti o realizzarne di  nuovi  sul territorio americano creando nuovi e qualificati posti di lavoro. La BMW ha investito quasi due miliardi di euro per ristrutturare e potenziare un impianto preesistente nella Carolina del Sud portando nuova linfa nell’economia statunitense ma sottraendola a quella nazionale ed europea. L’Audi sta programmando un investimento sostanzioso per produrre auto elettriche, anche il fornitore Schaffer è pronto a delocalizzare. La Siemens Energy pensa di realizzare impianti per la produzione di idrogeno negli Stati Uniti.

Gli imprenditori italiani sono stati ignorati non solo dagli americani ma soprattutto dai “colleghi” europei perché ormai non hanno più nulla da offrire ed è ben conosciuta la loro avidità e mediocrità. A parte ciò, basta valutare la situazione europea e ci si rende conto di cosa significhi la UE concretamente.  I Paesi del Nord , i cosiddetti frugali, non hanno intenzione di varare alcuna iniziativa sussidiaria per tutelare la produzione industriale green - soprattutto quella riguardante il settore tecnologico – perché non hanno alcun interesse vista la bassa densità di popolazione - 3/7 milioni massimo di abitanti – costoro vivono bene perché sono paradisi fiscali o come la Norvegia che si è arricchita facendo trivellare agli americani le profondità del Mare del Nord inquinando irreversibilmente l’ambiente con i fanghi dell’estrazione e mettendo i pericolo la stabilità di chilometri di fondali che sprofondando rischiano una catastrofe sottomarina. Non credo che sia un caso che l’economista e politico Stoltenberg capo della NATO sia così filo americano. Badare a pochi abitanti è facile anche perché i giovani emigrano soprattutto in America e in Canada con facilità perché il sistema scolastico è molto buono e parlano oltre alla loro lingua (orrenda) minimo l’inglese.

Tra i Paesi con milioni di abitanti a doppia cifra bisogna distinguere la Francia, l’Inghilterra e la Germania che hanno un’amministrazione interna alimentata dallo sfruttamento delle colonie e una imprenditoria privata che investe e produce concretamente inoltre sono paesi nazionalisti.

Francia, Inghilterra e successivamente la Germania hanno pilotato a loro favore la politica economica comunitaria, non hanno il problema che ha l’Italia divorata dal debito pubblico provocato dalla depauperazione del capitale pubblico prima e da scelte economiche scellerate a favore di una imprenditoria parassita e corrotta, da un’evasione fiscale di  130/170 miliardi l’anno e da patti snaturati tra politica, istituzioni e varie tipologie di organizzazioni criminali che provocano continue e gravi ripercussioni a livello economico e sociale.

I Paesi dell’ex Patto di Varsavia sono stati inglobati nella NATO prima e nella Comunità europea poi perché offrivano vantaggi sia alla politica militare espansionista statunitense sia all’imprenditoria occidentale.

 Una intensa e selvaggia delocalizzazione delle produzioni - soprattutto la manifatturiera - che sfruttava il grave stato di arretratezza di quei Paesi  e i conseguenti bassi costi del lavoro, hanno permesso agli "industriali" di accumulare altissimi profitti e, in particolare, a quelli italiani di trasformare milioni di cittadini in "occupabili" a 200/300 euro il mese.

Qui emergono le gravi responsabilità dei sindacati e dei partiti di sinistra italiani che non si sono opposti a questo gioco al massacro a danno dei lavoratori e del sistema produttivo nazionale.

La guerra per procura in corso tra l’Europa occidentale e la Russia è un’altra strategia tenuta nel cassetto dalle passate amministrazioni americane e tirata fuori al momento opportuno per indebolire la concorrenza economica europea. I vantaggi sono visibili, paghiamo il petrolio e il gas statunitense a caro prezzo, siamo obbligati ad inviare armi all’Ucraina e acquistarne altre dall’industria bellica americana sottraendo risorse necessarie per la vita della nazione.

Occorre essere realistici: i Paesi europei non hanno materie prime né energetiche per cui non possono reggere la competizione con gli Stati Uniti che ne approfittano sfacciatamente. Siamo condizionati nel cercare ciò di cui siamo carenti dagli interessi americani: chi non conosce la storia delle “7 sorelle” che è costata la vita ad Enrico Mattei; chi non conosce la storia di Adriano Olivetti e il suo geniale progetto informatico; chi non conosce le storie degli anni di piombo; chi non conosce com’è andata veramente la vicenda di Ustica; chi non conosce la storia dei tentati golpe fascio/istituzionali; chi non conosce le lotte per avere un po’ di dignità e il giusto per chi lavora. 

Dobbiamo domandarci come mai dopo più di settant’anni di “democrazia” ci ritroviamo un governo di destra, la risposta è semplice: non abbiamo capito nulla perché non abbiamo affrontato e risolto il problema che ci ha trascinato nel secondo conflitto mondiale dal quale siamo usciti a pezzi. C’è ancora troppa gente che vive in un nostalgico e pericoloso passato e le nuove generazioni non sono state educate ai valori della democrazia e del rispetto della dignità dell’altro.

Questo popolo ha subito il fascismo come ha subito la DC, un partito che ha sempre rappresentato un fascismo edulcorato: gli elettori italiani si sono fatti convincere per decenni che quella croce tracciata sullo scudo rappresentava uno “scudo divino”, la mentalità feudale persiste ancora e la si vede trasparire dalle leggi che vengono sfornate da un Parlamento “partigiano” inteso non nel senso nobile della parola. Come si possono avere buone leggi quando il 70% dei parlamentari è composto da avvocati ed imprenditori che hanno interessi personali e di categoria? Come si può ricavare un “buon” governo da una compagine simile? Come ci si può riscattare da uno stato di servilismo imposto dalla NATO al quale siamo condannati ormai di più di settant’anni?  Come si possono spezzare i legami mefitici tra mafia, istituzioni, politica ed economia? 

È da incoscienti pensare che gli stravolgimenti di questi ultimi due anni ci porteranno un futuro luminoso.

Autore Lucia Pomponi
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