È un vecchio trucco della politica quello di promuovere una legge dicendo che è stata pensata per un motivo, mentre quello reale è, in realtà, del tutto diverso... se non addirittura inconfessabile, o perlomeno non "propagandabile". Lo abbiamo visto di recente con governi di tutt'altro segno da quello attuale. Ad esempio, il Governo Renzi ha promosso il Jobs Act dicendo che avrebbe aumentato i posti di lavoro. In realtà, quella legge è stata pensata principalmente per rendere precario il lavoro, diminuendo oltretutto i diritti dei lavoratori.

Oggi, il Governo gialloverde licenzia un decreto, che in questi giorni vuole trasformare in legge, per promuovere la sicurezza nel Paese. In realtà, quel decreto vuole semplicemente rendere ancor più difficile la vita ai migranti che si trovano in Italia, diminuendo loro garanzie, diritti e assistenza.

Il ministro dell'interno Salvini ha costruito la propria fortuna elettorale cercando di dimostrare che i migranti sono responsabili di qualsiasi nefandezza accada in Italia. Adesso, secondo una parte di italiani, oltretutto numerosa, i problemi del Paese sono legati alla presenza dei migranti.

È oltremodo vero che, mettendo da parte responsabilità e cause, in Italia ci sono molti migranti - e non tutti sprovvisti di documenti di soggiorno - che vivono ai margini della società, facendo dell'illegalità un mezzo per la loro sussistenza. Quelle persone sono diventate il manifesto elettorale di Salvini che, tuttora, giornalmente elenca fatti di cronaca per dimostrare quanto siano cattivi e perfidi i migranti.

La semplicità del messaggio ha trovato asilo nelle capacità di raziocinio di molti italiani ed ha avuto come conseguenza il successo elettorale e, soprattutto post elettorale, di Salvini (parlare di Lega come partito sarebbe solo ipocrisia).

Adesso, per rafforzare nei suoi sostenitori il messaggio che lui è contro i migranti, Salvini si è inventato un provvedimento, licenziato addirittura come decreto ed in questi giorni al voto del Parlamento per diventare legge a tutti gli effetti, per penalizzare ulteriormente i migranti, diminuendo loro tutele, aiuti e possibilità di integrazione.

Nella trasmissione tv Piazzapulita, in onda su La7, è stato mandato in onda un servizio per dimostrare le conseguenze pratiche del decreto sicurezza o decreto Salvini, come lo si voglia chiamare.

Nel testo è indicato che, già adesso, non hanno più diritto ad alcuna tutela i richiedenti asilo per motivi umanitari, causa per cui d'ora in poi l'Italia non concederà loro più la cittadinanza. Queste persone già presenti in Italia, a causa del decreto sicurezza sono state messe alla porta delle strutture in cui abitavano, studiavano, si integravano... sono state letteralmente messe per strada, senza preoccuparsi che cosa faranno e come vivranno. Persone dotate di permesso di soggiorno e carta d'identità... tutte con i documenti in regola.

Ricapitoliamo. Da una parte Salvini pretende di licenziare una norma a favore della sicurezza degli italiani, perché sarebbe messa a rischio da dei migranti senza fissa dimora che vivono di espedienti e ai margini - e in molti casi ben oltre i margini - della legalità, dall'altra offre come soluzione un provvedimento che peggiora l'attuale stato di cose che lui dice di voler risolvere.

Delle due l'una: o Salvini è un perfetto incapace non in grado di intendere e di volere, oppure è un personaggio cinico e senza scrupoli, perfettamente consapevole di ciò che sta facendo, che si adopera per fare in modo non di risolvere i problemi su cui si basa la sua propaganda, ma addirittura di peggiorarli, in modo da alimentare il proprio consenso elettorale.

Qualunque sia la verità, rimane incomprensibile l'aiuto dato a Salvini dai 5 Stelle che, inevitabilmente, adesso stanno supportando la campagna elettorale del loro alleato rivale, spianandogli la strada verso Palazzo Chigi. 5 Stelle che, invece di riflettere su che cosa stia accadendo, adesso inizieranno pure a promuovere processi nei confronti dei loro parlamentari che, ancora dotati di un minimo di razionalità, al Senato non hanno votato a favore del decreto sicurezza, tra l'altro solo uscendo dall'Aula.

Razionalità spiegata da uno di loro, il senatore Gregorio De Falco, in una intervista ad "Avvenire", in cui ricorda al Movimento che lui, insieme ad altri quattro colleghi pentastellati non è certo un dissidente, facendo presente che la contrarietà al decreto sicurezza si basa su ragioni precise.

«In materia di immigrazione dice de Falco - [il decreto sicurezza] intende "superare l’attuale sistema di affidamento a privati dei centri e puntare ad un maggiore coinvolgimento delle istituzioni pubbliche". Smantellando gli Sprar non si fa esattamente il contrario?

Vedo svariati rischi. La perdita di cittadinanza così com'è rischia di violare l’articolo 3 [della Costituzione], il principio di uguaglianza. Poi, il prolungamento della detenzione amministrativa oltre i 90 giorni entra in conflitto con l’articolo 13 sulla libertà personale. Ma il problema maggiore è quello, segnalato da Mattarella, dell'articolo 10: il rispetto dei trattati internazionali...»