Uno studio italiano condotto su oltre 800 pazienti oncologici seguiti per 13 anni ha dimostrato che una maggiore adesione ai principi della dieta mediterranea (DM) è associata a un rischio di mortalità più basso.
Pubblicato sulla rivista americana JACC CardioOncology, lo studio è stato realizzato nell'ambito del Progetto UMBERTO, coordinato dalla Piattaforma congiunta Fondazione Umberto Veronesi ETS – Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell'IRCCS Neuromed di Pozzilli (IS), in collaborazione con l'Università LUM “Giuseppe Degennaro” di Casamassima (BA).
I ricercatori hanno utilizzato i dati dello studio Moli-sani, una coorte basata sulla popolazione arruolata dal 2005 al 2010, comprendente 24.325 uomini e donne di età pari o superiore a 35 anni residenti in Molise.
Sono stati selezionati 849 partecipanti che, al momento dell'arruolamento nello studio, avevano ricevuto una diagnosi di tumore. Escludendo le persone per le quali non erano disponibili sufficienti dati sulla dieta, sono stati analizzati i dati di 802 persone (476 donne e 326 uomini) con un'età media di 63 ± 12 anni.
Le abitudini alimentari dei partecipanti sono state valutate tramite un questionario. L'aderenza alla dieta mediterranea tradizionale è stata misurata utilizzando un punteggio che indicava il livello di adesione (scarso: 0-3; medio: 4-5; alto: 6-9) e la continuità (incremento di 2 punti).
I partecipanti con una maggiore aderenza alla DM tendevano ad avere uno status socioeconomico più elevato e una maggiore probabilità di essere fisicamente attivi rispetto a quelli con scarsa aderenza alla dieta.
Durante i 12,7 anni di follow-up (9.279 anni-persona), sono stati registrati un totale di 248 decessi per tutte le cause, inclusi 59 decessi cardiovascolari e 140 per cancro.
Tra i decessi cardiovascolari, il 25,4% era dovuto a cardiopatia ischemica e il 23,7% a malattie cerebrovascolari. Nelle analisi statistiche aggiustate per più variabili, ogni incremento di 2 punti nell'adesione alla DM era associato a una riduzione del 16% della mortalità per tutte le cause (HR 0,84; IC al 95%, 0,71-0,99; P = 0,038).
Licia Iacoviello, direttrice del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell'IRCCS Neuromed, commenta:
"Il messaggio principale di questo studio è che non bisogna mai smettere di fare prevenzione. I nostri dati mostrano che le persone che avevano avuto un tumore e che seguivano uno stile alimentare mediterraneo avevano un rischio di mortalità più basso rispetto a chi non seguiva la Dieta Mediterranea. Il beneficio era particolarmente evidente per la mortalità cardiovascolare. Un altro importante messaggio dello studio è che tumori e malattie cardiovascolari, sebbene apparentemente diversi, condividono gli stessi fattori di rischio. Questo è noto in letteratura come 'common soil', un terreno comune da cui originano queste diverse patologie".
Fonte: Quotidiano Sanità