Fino a giovedì 23  erano poco meno di 6mila i migranti sbarcati sulle coste italiane solo nel mese di marzo.

Nelle ultime 24 ore, il loro numero è salito vertiginosamente. Infatti, sono quasi 3mila quelli che sono sbarcati o sono stati soccorsi in mare in attesa di approdare in un PoS, come i 190 a bordo della Geo Barents di Medici Senza Frontiere, destinata ieri dal governo Meloni a recarsi al porto di Bari, due giorni e mezzo dalla posizione in cui si trovava.

Considerando il numero di imbarcazioni presenti nel Mediterraneo centrale in queste ore,  sicuramente alcune anche alla deriva, come ciò possa aiutare a salvare vite è un mistero che i principali esponenti del governo post-fascista di Giorgia Meloni non sono riusciti ancora a spiegare.

Dopo aver messo in salvo, all'alba di sabato, 78 persone, la nave Life Support di Emergency ha terminato una seconda e poi una terza operazione di soccorso nella stessa mattinata, in coordinamento con le autorità italiane. In questi due ultimi interventi sono state messe in salvo rispettivamente 38 e 45 persone, alla deriva da oltre 24 ore su imbarcazioni che versavano in condizioni estreme.

“Le barche erano in attesa di soccorsi già da 24 ore, in una situazione drammatica: due natanti di ferro di 7 e 8 metri, al limite della galleggiabilità e che rischiavano di capovolgersi da un momento all'altro – ha commentato Emanuele Nannini, capo missione della Life Support –. I pescherecci che avevano lanciato l'allarme avevano già segnalato alle autorità, diverse volte e con apprensione, che a bordo erano presenti numerosi bambini e neonati che non mangiavano e bevevano da ore, così come le due donne in stato di gravidanza.”

A bordo delle due imbarcazioni, erano presenti in tutto 83 persone, provenienti da Camerun, Congo, Costa d'Avorio, Guinea Conakry, Liberia, Mali, Mauritania, Senegal. Tra queste, due donne incinte di pochi mesi, 23 minori non accompagnati, quattro bambini.

“I naufraghi avevano già passato tre giorni in navigazione, senza mangiare né bere e in posizione rannicchiata – ha poi aggiujnto Alberto Radaelli, soccorritore della Life Support –. Non si reggevano in piedi, abbiamo dovuto sollevarli a forza. Una volta messi in salvo a bordo della nave, due persone hanno avuto un mancamento. Tutti avevano addosso un forte odore di gasolio, a causa del rovesciamento di taniche a bordo”.

Sul luogo era presente anche una terza imbarcazione in pericolo, il cui soccorso è stato preso in carico dalla Guardia Costiera italiana.

Tanto per non smentirsi, le autorità italiane hanno assegnato alla nave Life Support di Emergency Ortona, in Abruzzo, come porto di sbarco.

Nel Mediterraneo centrale, come nave umanitaria, sta operando la Ocean Viking di SOS Mediterranee, nonostante le minacce dei "banditi" della Guardia costiera libica, che operano grazie ai mezzi e ai finanziamenti dello Stato italiano!



Crediti immagine: twitter.com/emergency_ong/status/1639662944278413313