Il piano di Colao non dovrebbe aver nulla a che vedere con il piano di rinascita democratica di Licio Gelli, nonostante sia comunque un piano di trasformazione del Paese, anche se non dal punto di vista istituzionale... o almeno così dovrebbe essere.
Con il dpcm dello scorso 10 aprile, il premier Conte ha nominato un comitato di esperti per dare indicazioni al Governo su come affrontare la crisi del Paese conseguente alla pandemia, in modo da trasformare un evento negativo, le conseguenze drammatiche generate dal coronavirus, in un'occasione per l'Italia di ripartire da zero, in modo da "accelerare lo sviluppo del Paese e di migliorare la sua sostenibilità economica, sociale e ambientale", sulla base degli obiettivi già indicati dall'Unione europea per i prossimi anni.
Così, il presidente del Consiglio, accantonati per il momento contagi e dpcm, ha messo al centro della sua agenda il piano Colao e quella che dovrebbe essere la sua attuazione, parlando di "Stati Generali", una cui riunione di preparazione con i partiti della maggioranza si è svolta nella serata di lunedì.
Questi i punti in cui si articola il piano di rilancio di Colao:
Le Imprese e il Lavoro, visti come motore della ripresa, da sostenere nell'ottica di generare profonde innovazioni dei sistemi produttivi.
Le Infrastrutture e l’Ambiente, che devono diventare il volano del rilancio, grazie alla rapida attivazione di investimenti volti ad accelerare la velocità e la qualità della ripresa economica.
Il Turismo, l’Arte e la Cultura, che devono essere elevati a brand iconico dell’Italia, attraverso cui rafforzare sistematicamente l’immagine del Paese, sia verso quanti risiedono in Italia, sia verso i cittadini di altri paesi.
La Pubblica Amministrazione, che deve trasformarsi in alleata di cittadini e imprese, per facilitare la creazione di lavoro e l’innovazione e migliorare la qualità di vita.
L’Istruzione, la Ricerca e le Competenze, fattori chiave per lo sviluppo.
Gli Individui e le Famiglie, da porre al centro di una società equa e inclusiva, perché siano attori del cambiamento e partecipi dei processi di innovazione sociale.
Queste sei aree di azione sono ugualmente importanti, si completano e si rafforzano vicendevolmente: solo attraverso un profondo cambiamento di ciascuna di esse sarà possibile costruire le basi di uno sviluppo accelerato e duraturo per il nostro Paese.
Naturalmente, nei prossimi giorni, i partiti di maggioranza e opposizione si scanneranno, insultandosi a vicenda, su cosa fare e non fare per dar vita al piano di Colao, non perché abbiano delle idee intelligenti in merito, ma solo per far credere di aver dato un contributo decisivo alla ripresa.
Inutile sperare in responsabilità, serietà e competenza da questa classe politica e dai personaggi di cui è composta. Sarebbe ben oltre la logica.
Però, al di là di ulteriori pecche, il piano di rinascita, pardon, di rilancio di Colao, sembra essere venuto alla luce con un peccato originale di non poco conto, quando indica di voler "regolare con un regime ad hoc l’implementazione delle infrastrutture di interesse strategico, identificate come le reti di telecomunicazioni, le infrastrutture energetiche e per la salvaguardia dell’ambiente e per la messa in sicurezza del territorio, e le infrastrutture di trasporto/logistica, attraverso leggi/protocolli nazionali di realizzazione non opponibili da enti locali".
Il titolo V della Costituzione, leggi del codice civile e penale, senza parlare dei diritti dei singoli (siano essi privati, aziende o associazioni), in futuro non dovrebbero contare più nulla, non dovrebbero avere più alcun valore? In pratica, un singolo - individuo o società - non deve comunque essere d'intralcio al piano di rilancio, anche se avesse buone ragioni per opporsi ad un appalto o alla realizzazione di una qualsiasi opera pubblica dovrà farsi da parte.
E forse è per questo che il Pd ha coniato il nuovo slogan "Non per l'io, ma per il Noi", praticamente copiando quello di Bernie Sanders? Ma il Pd, così come Conte e Colao, devono avere ben chiaro che "ripartire e ricostruire insieme, non lasciando indietro nessuno" non può avvenire stravolgendo i diritti delle persone.
Perché altrimenti il piano di rilancio si trasformerebbe nel piano di rinascita. E questo non sarebbe certo utile al Paese.