Oggi il Sole 24 Ore ha anticipato i contenuti delle linee guida per la riforma degli enti locali ad opera di 5 Stelle e Lega, scoprendo che dal testo preso in esame rinascerebbero dalle proprie ceneri le Province.

Neanche il tempo di pubblicare la sorprendente notizia che, a stretto giro di Twitter, arriva la replica del vicepremier Luigi Di Maio:

«Per il movimento 5 Stelle non esiste alcun tipo di poltronificio, quindi le Province si tagliano. Punto. Per noi è così, per il resto chiedete alla Lega. L'Italia ha bisogno di efficienza e snellimento, non di enti inutili e costosi».


Alla dichiarazione di Di Maio, fa seguito anche una nota inviata dal suo Movimento al quotidiano di Confindustria, dove si dice che «in merito a quanto riportato dal Sole 24 Ore, si tratta di una riforma del Testo unico Enti locali portata avanti dalla Lega sulla quale il M5S non è assolutamente d’accordo.

Leggiamo che la Lega continua a parlare di una bozza sulle province. È vero, la bozza esiste, è della Lega e noi non la condividevamo ieri, né la condividiamo oggi. Le Province vanno abolite. Gli sprechi vanno tagliati. Punto.»

Finita qua? E come potrebbe. Infatti, sempre al Sole 24 Ore arrivano le precisazioni degli "alleati" del cambiamento. Questa la nota della Lega:

«I 5 Stelle non possono cambiare idea ogni giorno su tutto. Oggi tocca alle province, distrutte da Renzi con gravi danni per i cittadini e per la manutenzione di scuole e strade. Un viceministro 5 Stelle lavora per rafforzarle, un altro ministro 5 Stelle lavora per chiuderle. L’Italia ha bisogno di un sì e di serietà, non di confusione».

E questa è la replica del leghista Borghi, presidente della Commissione Bilancio della Camera: «Faccio notare che quando vennero abolite le Province sembrava che le casse dello Stato si sarebbero risanate, ma non è stato così.

Se le competenze e il personale si ridistribuiscono in altri enti pubblici, i risparmi non ci sono. Semmai è più facile che ci siano tanti disservizi, con le scuole che cadono e le strade con le buche».

La querelle non è sfuggita al senatore semplice Matteo Renzi che, sulla sua pagina Facebook, ha commentato: «Pur di andare contro alle scelte del nostro Governo, fanno risorgere le vecchie province. Dopo aver salvato il CNEL e il bicameralismo paritario, torna l’elezione diretta delle province. Questo è il Governo del cambiamento: diminuiscono i posti di lavoro, aumentano le poltrone».