Dopo appena sette anni dall'ultimo catastrofico sisma che aveva interessato l'Italia centrale, distruggendo la città dell'Aquila, un nuovo terremoto ha colpito una zona non molto distante.
Del resto si tratta di un'area ad alto rischio sismico, un rischio che esiste, anche se a livelli diversi, lungo tutto lo stivale.
La dorsale appenninica si è formata in conseguenza di un fenomeno geologico conosciuto come subduzione. E' una zona geologicamente e tettonicamente complessa, un vero crocevia di varie placche che creano forti tensioni, con la subduzione della micro-placca adriatica che scivola sotto quella eurasiatica e gli Appennini, la collisione continentale della placca eurasiatica e di quella africana (Nubia) che ha portato alla formazione delle Alpi a nord e l'apertura del bacino tirrenico a occidente.
Si sono venute a creare configurazioni tettoniche diverse che agiscono contemporaneamente in una vasta regione che circonda l'Italia e il Mediterraneo centrale.
Questi scontri fra le varie placche continuano costantemente a produrre i loro effetti, anche in assenza di terremoti. L'altezza delle Alpi aumenta di un millimetro all'anno in conseguenza della pressione esercitata dalla placca africana sulla placca continentale.
La placca europea continua a esercitare una pressione da occidente a oriente, la stessa che ha portato alla formazione della catena appenninica e che oggi fa sì che la Corsica, che su questa placca si trova, ogni anno si avvicini di tre millimetri all'Italia.
Misurazioni effettuate mediante GPS mostrano come l'Italia si stia letteralmente spezzando, con le varie parti dello stivale che si muovono tutte in direzioni diverse. Fra milioni di anni, parte dell'Italia centrale sarà unita alla penisola balcanica, un'altra alle Alpi e vari blocchi si separeranno a formare delle isole nel mar Mediterraneo.
Nel frattempo, tutti questi movimenti causano un accumulo di energia nella crosta terrestre, energia che ad un certo punto deve essere liberata. E' così che si creano i terremoti.
La notte scorsa un segmento della catena appenninica non ha resistito più alla pressione e, a sei chilometri ad occidente di Accumoli, la roccia si è spaccata a una profondità di undici chilometri.
Lo spostamento di milioni di tonnellate di roccia ha scosso il terreno con una forza pari a quella dell'esplosione di 15 milioni di tonnellate di tritolo.
L'immagine sopra mostra l'intensità delle scosse. Secondo calcoli dei geologi americani dell'USGS sarebbero 13 mila le persone che hanno subito le scosse più violente, distribuite fra Lazio, Umbria e Marche, ma forti scosse le avrebbero avvertite, in totale, 234 mila persone. Anche a Roma, distante 140 chilometri dall'epicentro, hanno tremato le pareti.
L'USGS ha fornito anche delle stime sul numero di vittime, che dovrebbe essere compreso con una probabilità del 33% fra le 100 e le 1000.
Sul piano economico, l'ammontare dei danni dovrebbe essere superiore ad un miliardo di dollari. Le perdite economiche complessive sarebbero inferiori all'1% del prodotto interno lordo.