Matteo Salvini e Giorgia Meloni ovvero la normalità dell'anormalità
In Italia ci sono due capi partito, Matteo Salvini e Giorgia Meloni, che giornalmente, usando toni enfatici se non addirittura apocalittici, bacchettano chiunque non sia o non abbia detto di essere dalla loro parte.
Per loro non ci sono avversari, ma nemici, le avversità sono macchinazioni ricattatorie (in genere riferibili a Soros) e le idee non condivise sono idiozie o cretinate, ovviamente espresse da altrettanti idioti o cretini.
Giornalmente sui loro profili social si sprecano i pazzesco, gli assurdo, gli incredibile, gli indegno, intervallati e in tal modo attenuati da cani, gatti, bimbi e cibo... tutto fa brodo.
Ma la cosa che più salta agli occhi è il fatto che i due personaggi siano praticamente infallibili. Non sbagliano mai. Non esiste possibilità di un loro errore, mai il minimo dubbio di potersi anche sbagliare qualche volta. Tutto ciò che dicono è sempre corretto, anche grazie al fatto che - come è accaduto e come accade per l'emergenza Covid - un giorno sostengono una posizione ed il giorno dopo (se conveniente) la posizione esattamente opposta. Difficile in questo modo poter rinfacciar loro una qualche colpa: finiscono sempre per aver ragione.
Ma non si limitano solo a questo. I due propagandisti hanno anche dei valori di riferimento, come ad esempio il cristianesimo, in generale, ed il cattolicesimo, in particolare, che difendono come valore identitario e nazionale. Però come ciò possa conciliarsi con l'ecumenismo del Vaticano II o più semplicemente con il fatto che la Chiesa di Roma si definisca cattolica, attributo che significa appunto universale, non ci viene spiegato.
E non ci viene spiegato neppure perché i loro amici, quelli che portano come esempio di buon governo, sono tutte persone che con il rispetto dei diritti umani e della democrazia non hanno nulla a che vedere. Putin, Orban, Duda, Jansa, Babis... Trump sono i loro idoli. Idoli che, guarda caso, non rispettano le minoranze di qualunque tipo, pretendono di assoggettare la magistratura alla politica, non prevedono che la stampa possa criticare i loro provvedimenti o le loro dichiarazioni e non mettono mai in conto di poter essere sconfitti alle elezioni.
Tutto questo non può esser considerato normale.