L'atleta bielorussa Krystina Timanovskaya, nel ricostruire i fatti che l'hanno vista protagonista, ha detto che due allenatori sono entrati nella sua stanza e le hanno detto di fare immediatamente le valigie, tenendosi pronta per tornare a casa. I due l'hanno anche pesantemente minacciata, facendole capire che avrebbe potuto anche "esser suicidata".
Mentre si stava recando all'aeroporto, è riuscita a parlare con sua nonna che l'ha avvertita che non era sicuro tornare, dopo aver visto i notiziari locali che avevano iniziato a parlare della sua vicenda.
All'aeroporto, la Timanovskaya ha mostrato ai poliziotti giapponesi una richiesta di aiuto tradotta con il suo telefono per denunciare che stava per essere imbarcata contro la sua volontà. Le è stata data protezione ed oggi è in Polonia con un visto umanitario.
Nel frattempo, il Comitato olimpico internazionale ha aperto un'inchiesta e ha deciso di togliere gli accrediti ai due allenatori bielorussi, così Artur Shimak e Yuri Maisevich sno stati costretti a lasciare il Villaggio Olimpico.
Una vicenda che, naturalmente, avrà degli strascichi sul piano sportivo, perché il Cio non penserà certo ad archiviarla prima di aver svolto un'inchiesta, per poi applicare eventuali sanzioni alla Bielorussia che, nel frattempo, ha anche aggiunto ulteriore discredito alla propria immagine sul piano internazionale.